Addio a Giorello, il filosofo rigoroso che amava Topolino

“Il fondamento dell’etica è la pratica dell’etica,
non c’è nessun bisogno di fondarla su qualcosa d’altro”

(Giulio Giorello)

 

Il 15 giugno all’età di settantacinque anni Giulio Giorello (Milano, 14 maggio 1945), uno dei maggiori pensatori italiani, è morto.

Era stato ricoverato a causa del Coronavirus per un paio di mesi al Policlinico di Milano. Finalmente dimesso una decina di giorni fa, dopo i primi giorni passati serenamente il suo stato di salute si è improvvisamente aggravato portandolo alla morte.

Della sua inesauribile energia sono testimonianza il lavoro che ancora svolgeva come direttore editoriale della collana di Filosofia della Scienza per la Raffaello Cortina Editore.

Filosofo aperto e sempre disponibile a confrontarsi con chiunque su ogni tema. Dotato di una inesauribile curiosità intellettuale, credeva che la filosofia dovesse rappresentare un punto di vista diverso da portare nella conversazione pubblica (a tale proposito si ricorsi il suo La filosofia di Topolino, Guanda, 2013, scritto insieme a Ilaria Cozzaglio) ma sempre in stretta aderenza ad un rigore e ad una scientificità assoluti, senza mai scivolare nella ovvietà o nella banalità. Questa profonda onestà intellettuale era apprezzata da tutti coloro che si confrontavano con lui, anche se da posizioni diametralmente opposte.

Animo liberale, convinto che soltanto dal confronto delle idee e dei punti di vista, anche divergenti, potesse nascere qualcosa di utile per la conoscenza e per la società.

Persona pacata che all’occorrenza sapeva essere anche polemico, addirittura tagliente, ma mai in maniera aggressiva e sguaiata, sempre con garbo e raffinatissima ironia.

Filosofo della scienza (si ricordi il suo manuale di base, Filosofia della Scienza, pubblicato nel 1992 da Jaca Book), allievo e successore di Ludovico Geymonat all’Università statale di Milano sulla prima cattedra italiana della disciplina, era molto legato al filosofo cattolico Dario Antìseri, con il quale aveva contribuito a far conoscere in Italia Karl Popper e gli epistemologi post-popperiani. Proprio con Antìseri aveva pubblicato Libertà (Bompiani, 2011), un bellissimo libro che è, come recita il sottotitolo, un vero e proprio “manifesto per credenti e non credenti”.

Fu un razionalista critico, seguace dell’utilitarismo liberale nel solco della tradizione di John Stuart Mill, un altro dei suoi autori di riferimento, di cui aveva prefato più volte il classico pamphlet Sulla libertà.

Nella sua idea di scienza e di conoscenza entravano a pieno titolo il dubbio, l’incertezza, l’imprevedibilità. Lo appassionava il calcolo delle probabilità e la teoria dei giochi (pubblicò nel 2008 per la Luiss con Simona Morini l’unica monografia italiana su John Charles Harsanyi, il premio Nobel che su quella teoria aveva elaborato innovative ipotesi economiche).

Era un anticlericale, amava definirsi “ateo protestante”, sicuramente un laico, ma non un intollerante.

Un liberalismo, il suo, attraversato da un forte tratto di libertinismo, che in lui era soprattutto libertà dalle gabbie mentali e dai dogmi (significativo il suo Lo spettro e il libertino. Teologia, matematica,  libero pensiero, uno dei suoi libri di esordio, pubblicato da A. Mondadori nel 1885).

Il Premier Giuseppe Conte in un tweet lo ha ricordato così: «[…] Filosofo raffinato, epistemologo, grande appassionato delle questioni riguardanti il “metodo” della scienza. Ha riflettuto intensamente anche su etica, politica, religione. L’Italia perde un grande pensatore, mai banale. Ci restano le sue dense pagine».

In un mondo come quello attuale, privo del dono del dubbio, dove narcisismo, pressappochismo, ignoranza e incapacità di autocritica imperversano, dove moltissimi sono coloro sempre pronti ad affermare che “rifarebbero tutto tale e quale”, Giorello era sicuramente un personaggio “fuori posto”, un “inattuale”, ma è proprio per questo suo essere non omologato, proprio per la sua diversità e grandezza umana e intellettuale, che oggi ne piangiamo amaramente la perdita.

 

Giulio Giorello fu ospite della trasmissione Soul, su Tv2000, nel 2016. Per riascoltare l’intervista rilasciata dal filosofo clicca qui.