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Lezioni di fotografia / Luigi Ghirri, a cura di Giulio Bizzarri e Paolo Barbaro, con uno scritto biografico di Gianni Celati. – Macerata, Quodlibet, 2010

Luigi Ghirri (Scandiano 1943 – Roncocesi di Reggio Emilia 1992) ha rinnovato con le sue fotografie il nostro modo di guardare il mondo, e c’è un’intera generazione di fotografi che non potrebbe esistere senza la sua opera. Durante il 1989 e il 1990 Ghirri ha tenuto una serie di lezioni sulla fotografia all’Università del Progetto di Reggio Emilia, lezioni che sono state trascritte, e in questo libro pubblicate; ognuna corredata dalle fotografie e dalle immagini che mostrava agli studenti e di cui parlava. È un libro di grande per avviarsi all’arte della fotografia e all’arte di Luigi Ghirri, e per pulirsi un po’ lo sguardo. Con 180 foto a colori.

Tra i più intelligenti e sensibili fotografi italiani del Novecento, Luigi Ghirri (1955-1992) lascia in queste Lezioni di fotografia una traccia come sublimata del suo credo estetico, del suo sapere tecnico, ma anche del suo impegno civile. Per il tramite di una riflessione condotta commentando i propri lavori ed esplicitandone le finalità, Ghirri disegna in queste Lezioni (trascrizione del corso tenuto nel 1989 all’Università del Progetto di Reggio Emilia) un suo personale “saper vedere”, in un testo intessuto di dichiarazioni di poetica che fungono parimenti da viatico per meglio intenderne l’opera fotografica in tutta la sua vitalità. Ghirri vi dipana una grammatica della visione, alla ricerca di una “pulizia dello sguardo”, di una capacità di filtrare la lettura del mondo a partire da quello a noi più prossimo, all’insegna di una “lentezza” del guardare. Nell’opera di Ghirri, questo soffermarsi sulle “cose” ha riguardato specie i paesaggi e gli interni, con la macchina fotografica che diventa filtro di percezione della realtà e osservatorio privilegiato su di essa; nelle Lezioni si parla così di pellicole e obiettivi, di storia della fotografia, ma anche di inquadrature e di tecniche di narrazione.

Insistentemente ricorre il tema del “luogo” e della sua “rappresentazione”, esperita anzitutto “nel rapportarsi con la luce che gli è propria”, e le Lezioni bene trasmettono questa particolare sensibilità nei confronti del paesaggio. Ghirri fu del resto promotore di progetti collettivi e pluridisciplinari che hanno segnato la storia della fotografia italiana come Viaggio in Italia (1984) ed Esplorazioni sulla via Emilia (1986). In pagine di grande efficacia “l’educazione dello sguardo” si carica di una prorompente valenza sociale, divenendo il contravveleno all’odierno stupro del paesaggio che ha portato a un “disastro visivo colossale”, dove “i segni si moltiplicano, sono in conflitto tra loro”. Al fine di superare questa “disaffezione che l’uomo ha sviluppato nei confronti del suo ambiente”, questa sua “fondamentale incapacità di relazionarsi [con esso] attraverso la rappresentazione”, Ghirri rivendica la necessità di un “recupero della rappresentazione visiva, oltre alla parola o all’informazione ‘tecnica’, come strumento di relazione con il mondo, di rapporto con l’ambiente”. In queste riflessioni che, muovendo da un ambito estetico, investono un più vasto orizzonte antropologico, si intercetta probabilmente un nodo cruciale per intendere certa deriva contemporanea nella gestione del territorio, ormai percepito anche da chi vi abita come “altro da sé”.

Capaci di cogliere un ambiente nel suo insieme e complessità, le foto di Ghirri non sono però mai una denuncia quanto piuttosto “un discorso di critica, di critica intesa come nodo dialettico, non come assunto”. Secondo Ghirri, “la fotografia (…) rimane un linguaggio per porre delle domande sul mondo” e fare fotografia è cercare il punto di equilibrio “tra la nostra interiorità e il mondo esterno”, nella convinzione che la fotografia “possa metterci in relazione con il mondo in una maniera diversa”. Diverse pagine delle Lezioni restituiscono questo modo premuroso nell’accostare la realtà, alla ricerca di inediti itinerari visivi e percettivi: uno sguardo, quello di Ghirri, che assume i contorni di una “proiezione affettiva”, come ricorda Gianni Celati nella nota posta a chiusura di questo libro prezioso (Stefano de Bosio, L’Indice dei libri del mese).

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Zardo / storia [di] Tiziano Sclavi, disegni [di] Emiliano Mammuccari, colori [di] Luca Saponti. Milano, Sergio Bonelli editore, 2020

Fumetto. Un omicidio, un corpo da occultare, una notte senza fine, per un racconto fulminante, affilato come una lama, magistralmente illustrato da Emiliano Mammucari. Una storia cupa e senza via d’uscita, adattata da Tiziano Sclavi a partire dal suo romanzo “Nero”.

Chi è Zardo? Una domanda semplice, che annega inesorabilmente nella complessità dell’incubo. Federico, lasciandosi convincere dalla sua nuova compagna Francesca, si reca a casa dell’ex ragazzo di lei. Lo trova morto, certamente ammazzato e, sospettando che possa essere stata Francesca, decide di far sparire il cadavere. Ma un investigatore privato ha visto tutto. È l’inizio di una serie di fughe, ricatti e rivelazioni…

Tiziano Sclavi (Broni, Pavia, 1953) autore di fumetti e scrittore italiano. È il creatore del personaggio di Dylan Dog, fascinoso detective che si muove pensosamente, e ironicamente, «attraverso lo specchio», come suggerisce il titolo di una sua avventura, sugli opposti versanti della quotidianità e del sogno, della realtà e dell’immaginazione, della vita e della morte. Nell’ambito della narrativa più tradizionale, S. ha pubblicato Dellamorte Dellamore (1992), Sogni di sangue (1992), Nel buio (1993), La circolazione del sangue (1995), Le etichette delle camicie (1996), Non è successo niente (1998), Il tornado di valle Scuropasso (2006). Nel 2019 esce la sua prima graphic novel Le voci dell’acqua (Feltrinelli Comics).

Emiliano Mammucari inizia a fare fumetti nel 1998, esordendo con un graphic novel dal titolo Povero Pinocchio, edito da Montego, casa editrice che ha contribuito a creare. In seguito, tra le altre cose, ha realizzato il primo numero di John Doe (Eura editoriale), per poi iniziare la collaborazione con la Sergio Bonelli Editore nella scuderia di Napoleone e, successivamente, in quella di Jan Dix. Realizza le copertine della mini-serie Caravan (2009). Nell’ottobre del 2013 porta in edicola la prima serie mensile a colori della Sergio Bonelli Editore, Orfani (creata con lo sceneggiatore Roberto Recchioni), della quale illustra il numero 1, il 12, e il numero 1 di Orfani:Ringo, serie di cui è anche copertinista. Nel 2011 ha pubblicato il libro Lezioni spirituali per giovani fumettari.

Luca Saponti. Nato a Firenze nel 1985, i primi anni della sua vita sono trascorsi tranquillamente tra disegni di tartarughe ninja e mostri assortiti. Poi, durante la classica routine delle scuole elementari-medie-superiori, ha frequentato un corso di fumetto tenuto da Alberto Pagliaro e Cosimo Pancini, iniziando così ad appassionarsi seriamente al fumetto, e a vedere la professione di fumettista come un possibile futuro.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Janis Joplin. La vita, le canzoni, la morte / Betty Shapiro. – Milano, Edizioni Blues Brothers, 2009

Sulla cantante leggi anche l’articolo di Mariella Radaelli pubblicato sul magazine “Atlante” di Treccani, clicca qui.

Per ascoltare alcune delle sue canzoni clicca qui.

Janis Joplin è stata una cantante statunitense (Port Arthur, Texas, 1943 – Hollywood 1970). Formatasi sull’ascolto del blues e del gospel negroamericani, esordì nel circuito del rock californiano entrando (1965) nel gruppo Big brother and the holding company, affermandosi per uno stile viscerale e sofferto, rauco e urlato. Nel 1968 si mise in proprio, giungendo a incarnare il manifesto emotivo di un’intera generazione, trasformato in tragica icona dalla morte per droga.

La vita – breve, intensa, drammatica – di Janis Japlin, la più grande interprete “bianca” di blues. Giovane inquieta e ribelle, Janis cantò il suo disperato bisogno di amore nell’America di fine anni Settanta, in un momento storico cruciale per la gioventù dell’epoca. Dedita all’alcol, tossicodipendente e bisessuale, Janis visse senza mediazioni la sua dimensione artistica e quella “privata” fino alle estreme conseguenze: la morte per overdose, nell’ottobre del 1970. All’interno del libro troverete i testi di tutte le sue canzoni (anche con la traduzione italiana dall’inglese).

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rapsodia mediterranea. Dieci anni di libertà: il mare, le isole, alla ricerca di un nuovo modello di vita / Simone Perotti. – Milano, A. Mondadori, 2019

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Per una video-presentazione da parte dell’Autore clicca qui.

Per un’intervista all’Autore clicca qui.

Dieci anni di libertà: il mare, le isole, alla ricerca di un nuovo modello di vita.

«Un grande scrittore che è molto più lucido e concentrato sulle questioni di cui parla che sul suo suo essere scrittore, con una grande pulizia intellettuale» – Cristina Taglietti, La Lettura

«Per scrivere qualcosa di buono, oltre a studiarlo, lo devo sempre vivere. Volevo anche andarmene in giro a vela per anni, se devi dirla tutta. Magari senza ritorno. Libertà nel tempo, pagata a colpi di scelte. A quel punto mi è parso di avere tutto il necessario. E ho iniziato a raccontare.»

Decidere di lasciare stipendio, carriera, città per tentare di diventare un uomo libero. Ma libero di fare che? Per Simone Perotti, divenuto il simbolo della ricerca di “un’altra vita”, è la domanda più importante: che accade quando lasci tutto? Questo libro parla del “dopo”. Dopo le paure che precedono le grandi decisioni, dopo la scelta fatale. Dieci anni fa usciva Adesso basta , long seller che di questa scelta è diventato il manifesto. Oggi esce Rapsodia mediterranea , che racconta cos’è avvenuto nel frattempo. Dal 2013 al 2019 Perotti ha navigato a vela per quasi ventimila miglia per tutto il Mediterraneo, il Mar Nero, l’Atlantico portoghese, spagnolo e marocchino. Con un gruppo di persone appassionate, è salpato per cercare economie differenti, valori comuni, un’altra socialità, nel tentativo di vivere fuori tempo e fuori rotta rispetto a flussi turistici e luoghi tradizionali, alla ricerca di culture, storie, domande, risposte sul Mediterraneo, per conoscerlo e capirlo, per ricollegare la nostra vita alla sua natura originale. Perché non basta dire “cambio vita”, non basta per se stessi e non basta neanche per il pianeta. Bisogna individuare un nuovo modello, fuori da questo capitalismo e dalla società dei consumi: un “modello mediterraneo” adatto a noi, resiliente, semplice, fatto di spazi emotivi, esistenziali, di relazione, e di rispetto per il mare. Rapsodia mediterranea è un libro di formazione, tra romanzo d’avventura e cahier filosofico. Un tributo alle migliaia di persone che si sono appassionate alla vicenda di un uomo orgoglioso e coraggioso, che ha avuto la determinazione di “non tornare indietro”. La storia di un progetto sociale di navigazione e aggregazione, e l’affresco del Mediterraneo oggi, com’è diventato, come potrebbe essere in futuro, tra Georgia caucasica e Portogallo, tra Libano e Balcani, dal Maghreb, all’Anatolia, all’Europa. Soprattutto, questo è un grande libro di mare, visto, navigato e vissuto da testimone, nel solco del Breviario di Matvejevic´. Alcuni uomini partono all’avventura. Altri cercano nuove idee. Pochi tentano di fare entrambe le cose, sulla stessa rotta. Questo libro è il resoconto appassionato e unico di questa confluenza.

Simone Perotti è scrittore e marinaio. Oltre a numerosi racconti su riviste letterarie e libri, ha scritto e condotto un programma televisivo per RAI 5 Un’altra vita e ideato Progetto Mediterranea, spedizione a vela per tutto il mar Mediterraneo. Il suo esordio, Zenzero e Nuvole (Theoria, 1995), è un insieme dei racconti sul viaggio, la contaminazione, il fantastico, ciascuno dei quali legato a una ricetta gastronomica e a considerazioni estetiche sul gusto. Ha collaborato e collabora con riviste e giornali («Yacht & Sail», «Yacht Capital», «Dove», «Style», «Corriere della Sera»), con articoli e reportage sul viaggio, il turismo, la nautica, le regate. Ha fatto il manager per quasi vent’anni nel settore della comunicazione, in agenzie e aziende quotate e non, italiane e multinazionali. Poi ha detto basta, ha lasciato soldi e carriera e si è trasferito in Liguria, tra La Spezia e le Cinque Terre, per dedicarsi esclusivamente a scrittura e navigazione. Per vivere oggi fa l’affittabarche, trasferisce imbarcazioni, fa lo skipper e l’istruttore di vela trascorrendo circa quattro mesi l’anno in mare. Poi pittura case, prepara aperitivi per i bar, restaura mobili, fa la guida turistica, vende le sue sculture e i suoi pesci. Fra le ultime uscite editoriali ricordiamo Uomini senza vento (Garzanti 2010), Avanti tutta. Manifesto per una nuova rivolta individuale (Chiarelettere 2011), L’equilibrio della farfalla (Garzanti 2012), Un uomo temporaneo (Frassinelli 2015), Rais (Frassinelli 2016), Delfina e il mare (Salani 2019), Rapsodia Mediterranea (Mondadori 2019).

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La dieta anti-ansia / Ali Miller. – Milano, Tre60, 2019

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Una dieta innovativa e rivoluzionaria per combattere ansia, sovraffaticamento mentale e tensioni emotive.

Alzi la mano chi non è stressato. Che siano le scadenze sul lavoro, gli impegni famigliari, le tasse, il mutuo della casa, un trasloco… tutti abbiamo provato qualche volta sintomi di stress, di ansia, se non addirittura di panico. Prevenire questi temibili disturbi è possibile, nel modo più semplice e naturale del mondo: a tavola. È l’intestino, infatti, che produce oltre il 95 per cento della serotonina che ci serve per mantenere un umore buono e positivo. E la dottoressa Ali Miller, vera esperta del «cibo come medicina», ci illustra con questo libro un programma alimentare mirato per mantenere il nostro intestino in perfetto equilibro e recuperare in breve tempo uno stabile benessere psicofisico. La proposta della dottoressa Miller è una dieta chetogenica a basso contenuto di carboidrati, in grado di regolare gli ormoni dello stress grazie soprattutto a una serie di cibi happy mood, quali gli alimenti ricchi di Omega 3 (il salmone, lo sgombro); quelli ricchi di vitamine del gruppo B (ortaggi a foglia verde: spinaci, bietole, indivia, broccoli) e di vitamina B12 (uova e formaggi stagionati); e poi ancora frutta a guscio e semi, grassi sani come l’olio extra-vergine di oliva, alcune proteine animali e vegetali, cioccolato fondente… Completato da una serie di ricette semplici e appetitose, e da preziosi consigli pratici, La dieta anti-ansia ci offre un percorso nuovo ed efficace per liberarci dalla principale nemica della nostra serenità e, perché no?, anche dai chili di troppo.

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dalla Chiesa. Storia del generale dei Carabinieri che sconfisse il terrorismo e morì a Palermo ucciso dalla mafia / Andrea Galli. – Milano, A. Mondadori, 2017

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«Se è vero che esiste un potere, questo potere è solo quello dello Stato, delle sue istituzioni e delle sue leggi; non possiamo oltre delegare questo potere né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti»

Giovanissimo incursore durante la Seconda guerra mondiale, dopo l’8 settembre partigiano sulle coste adriatiche, poi in Sicilia a caccia di latitanti nelle campagne dove spadroneggiava il bandito Giuliano, quindi a Milano alle prese con alcuni grandi delitti «mediatici» in una città in pieno boom economico. Per il generale Carlo Alberto dalla Chiesa questi furono gli esordi di una straordinaria carriera da comandante, sempre in prima linea nella lotta alla criminalità e al servizio dello Stato. Nella lunga battaglia contro la mafia, quando sfidò il sistema di potere dei boss e si scontrò con la loro capacità di «aggiustare» i processi ed evitare condanne, e poi negli anni bui del terrorismo, quando fu chiamato a guidare la ferma reazione delle istituzioni contro la minaccia eversiva delle Brigate rosse, il generale fu sempre sul campo accanto ai propri uomini, e unì carisma, intuito, coraggio a un metodo d’indagine che avrebbe fatto scuola. Marito e padre affettuoso, fine psicologo (i principali pentimenti di brigatisti furono merito suo), Carlo Alberto dalla Chiesa è stato, innanzitutto, un carabiniere. E il congedo dall’Arma, in occasione della sua nomina a prefetto di Palermo, fu un dolore che faticò a descrivere: scelto ancora una volta dalla politica come uomo della provvidenza, nella stagione più sanguinosa della guerra di mafia fu lasciato solo, quando Cosa nostra decise di eliminarlo perché in poco tempo aveva svelato interessi criminali che solo anni dopo sarebbero emersi con chiarezza dalle inchieste giudiziarie. Attingendo a rapporti e informative, visitando i luoghi che lo videro cogliere successi investigativi, tra pedinamenti e arresti, e soprattutto condividendo segreti operativi e retroscena inediti degli uomini che gli furono accanto, Andrea Galli ha ricostruito in queste pagine la vicenda umana e professionale del più famoso carabiniere d’Italia, trentacinque anni dopo il tragico attentato di via Carini a Palermo, il 3 settembre 1982, e insieme ha tracciato un racconto che, dal secondo dopoguerra a oggi, segue il filo rosso della drammatica e spesso misteriosa storia del nostro Paese, ripercorsa attraverso la biografia di un suo indimenticato protagonista chiamato a «essere al centro della fiducia e della credibilità dello Stato».

Andrea Galli vive e lavora a Milano. Dopo aver scritto per il «Corriere di Como» e «Avvenire», è attualmente cronista al «Corriere della Sera», dove si occupa di inchieste e criminalità. Fra i libri che ha scritto ricordiamo Il patriarca e Cacciatori di mafiosi, entrambi pubblicati per BUR, e Carabinieri per la libertà (Mondadori 2016).

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per vedere una esibizione delle “Farfalle” azzurre clicca qui.

Farfalle. Le ragazze della ginnastica ritmica verso il sogno di una medaglia / Aa. Vv. – Milano, Fabbri editori, 2020

Si passano cerchi, clavette e palle, maneggiano il nastro creando effetti straordinari. Quando le guardi danzare sembra quasi che possano volare. Sono le Farfalle della nazionale di ginnastica ritmica, dodici ragazze che fin da piccolissime hanno lavorato con impegno per realizzare un sogno: raggiungere i più alti livelli della propria disciplina. Con il sorriso sulle labbra provano e riprovano esercizi, passi e lanci per centinaia di volte, per mesi. Devono raggiungere la perfezione, imparando a nascondere la fatica e a rialzarsi dopo i fallimenti. In questo libro ci hanno permesso di seguirle nei lunghi allenamenti, ma anche nei momenti di pausa, in cui tornano a essere ragazze come tutte le altre. Anche nella Casa delle Farfalle di Desio, infatti, non mancano risate, chiacchiere sul divano, momenti di studio e attimi di stanchezza e sconforto. Sarà facile emozionarsi leggendo le storie di queste ragazze così straordinarie, che uniscono forza ed eleganza, determinazione e passione, con un unico, grande obiettivo: arrivare a quella agognatissima medaglia che potrebbe cambiare la loro vita per sempre…

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Curre curre guagliò. Storie dei 99 Posse / Rosario Dello Iacovo. – Milano, Baldini & Castoldi, 2014

Curre curre guagliò, storie dei 99 Posse è una biografia atipica perché non focalizza l’attenzione solo sulle vicende del gruppo, proponendo la consueta carrellata di dischi e concerti, ma le utilizza per raccontare l’Italia, soprattutto Napoli. Un viaggio attraverso gli occhi di ragazzini cresciuti in fretta in quei quartieri popolari, in quei paesi dell’hinterland, dove si affacciano alla vita, si innamorano della musica e della politica. Quei ragazzini sono Luca ‘o Zulù, Massimo Jrm, Marco Messina e Sacha Ricci e di quelli che condividono pezzi di strada del loro cammino, come Meg, i Bisca e Sergio Maglietta, Speaker Cenzou e Valerio Jovine, Rosario Dello Iacovo e Diego Magnetta. La base di partenza è il centro sociale Officina 99, l’anno il 1991, quando una band nata quasi per caso – con un forte imprinting politico – inizia il percorso che la porterà a diventare fenomeno mediatico e campione di vendite. Curre curre guagliò è anche la storia degli ultimi decenni, vista dalla prospettiva di tutti i protagonisti: ci sono gli anni settanta e gli echi della rivolta; gli ottanta, con la sconfitta del sogno rivoluzionario e la Resistenza sotterranea; il punk, le prime esperienze all’estero, gli squat di Londra, il vecchio Leoncavallo, il Tienament di Soccavo. Ci sono gli autonomi e gli anarchici, i comunisti e gli operai, i disoccupati, il movimento per la casa e gli squatter, le posse, la Pantera e Officina 99, i No Global e la Terra dei Fuochi. C’è l’impegno internazionalista in Palestina, in Medio Oriente e in Chiapas. Ci sono Genova 2001 e Carlo Giuliani. Sempre come parte di quella voce collettiva che contesta i potenti della Terra. Un’opera corale, dove in certi casi si fa fatica a ricordare tutti quelli coinvolti, quelli che si sono persi per strada, quelli che non ci sono più, perché tutti insieme sono davvero tante e tanti.

Rosario Dello Iacovo. È nato a Napoli nel 1966. Vive tra Napoli, Londra e Milano. È da sempre l’agente dei 99 Posse, per i quali ha scritto alcuni testi, e si occupa dell’organizzazione dei loro tour. Giornalista, ha collaborato con «il Manifesto», è uno degli amministratori dei canali social ufficiali della band.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Assisi, dove trovare maestri primitivi, Cimabue, Giotto, Simone Martini, Pietro Lorenzetti / Giovanna Mariucci. – Firenze, Scala, 2003

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Siena, dove trovare Duccio, Simone Martini, Pietro Lorenzetti, Ambrogio Lorenzetti, Beccafumi / Cristina Sirigatti. – Firenze, Scala, 2003

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il pranzo dell’ospite. La cucina sarda nella narrativa di Grazie Deledda / Neria De Giovanni. – Lucca, Maria Pacini Fazzi, 2000

Neria De Giovanni. Presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari. Già docente a contratto di letteratura italiana presso la Facoltà di lettere dell’Università di Sassari. Dirige il periodico online www.portaleletterario.net. Ha pubblicato 40 volumi di saggistica soprattutto sulla poesia contemporanea e sulla letteratura delle donne tra cui E dicono che siamo poche, scrittrici italiane del secondo novecento pubblicato dalla Commissione nazionale di parità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. È tra le maggiori esperte di Grazia Deledda sulla quale ha pubblicato tredici volumi. Tiene seminari e conferenze presso Istituti di cultura Italiani all’estero e università straniere.  È ideatrice e conduttrice del Premio nazionale di letteratura e giornalismo “Alghero donna”. Dal 2008 coordina gli incontri della rassegna “I Venerdì di Propaganda” presso la Libreria Internazionale Paolo VI della LEV a Roma. Ha curato diverse trasmissioni radiofoniche e televisive tra cui il programma televisivo da lei ideato e condotto I luoghi di Grazia (Deledda) su RAI1. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui il premio del Ministero dei Beni culturali per il libro Ilaria del Carretto. La donna del Guinigi (Maria Pacini Fazzi, 1988).

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Corso rapido di filo di carta / Tiina Arrankoski. – Milano, Fabbri editori, 2004

Tutorial su come si realizza il filo di carta, clicca qui.

Tutorial su come realizzare un Cestino in filo di carta Twist-art, clicca qui.

Tiina Arrankoski, di origine finlandese, lavora da anni con il filo di carta e il feltro come creativa e insegnante. In questo libro insegna come utilizzare con fantasia un paio di forbici, un po’ di colla e il filo di carta twistart per avvolgere, intrecciare, decorare oggetti di uso comune, realizzare fiori e veri e propri accessori per l’abbigliamento.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un ponte di libri / Jella Lepman. – Roma, Sinnos, 2009

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 Jella Lepman è stata una figura fondamentale per la cultura europea e non solo. Nella Germania del secondo dopoguerra, tra macerie materiali e morali, è stata in grado di capire che i libri per ragazzi, le illustrazioni, l’arte, l’incontro tra bambini, potevano essere uno strumento potentissimo per ricostruire quello che Hitler e la guerra avevano distrutto. In questo libro, uscito per la prima volta nel 1964, Lepman racconta in prima persona la sua avventura straordinaria, tra casse di libri, generali burberi ma non troppo, creatività e impegno. Quest’edizione si avvale di una nuova traduzione dal tedesco e della cura di Anna Patrucco Becchi, ma anche di foto e materiali d’archivio, per un racconto che unisce la brillantezza di certe commedie sofisticate e la potenza dell’affresco storico.

Jella Lepman (Stoccarda, 15 maggio 1891; Zurigo 14 ottobre 1970) crebbe a Stoccarda con la sua famiglia liberale ed ebrea fino a quando non dovette emigrare in Gran Bretagna nel 1936 per sfuggire alle persecuzioni naziste. Qui prese a lavorare come giornalista per la BBC e per ABSIE (American Broadcasting Station in Europe). Nel 1945 le fu proposto dal governo statunitense di coordinare un programma di assistenza alle donne e ai bambini tedeschi: dopo una iniziale esitazione, accettò l’incarico. Trascorse dapprima un periodo a Bad Homburg, poi a Monaco di Baviera, era persuasa che la ricostruzione della Germania e la rinascita culturale dovesse prendere le mosse dai bambini, educandoli alla mondialità, alla pace e alla fratellanza. Con ferma determinazione scrisse ai governanti di oltre venti paesi. Nel 1946, grazie al suo lavoro, prende concretamente vita la prima Mostra Internazionale di Letteratura per bambini, fatto ancor più straordinario se si considera che si trattava del primo evento culturale post bellico! L’iniziativa, portata avanti con continuità dette vita, il 14 settembre 1949, alla Internationalen Jugendbibliothek  di Monaco (tutt’ora punto di riferimento internazionale per gli addetti ai lavori). Nel 1952 organizzò una Conferenza internazionale per promuovere la pace nel mondo attraverso un ponte di libri per l’infanzia: nasceva Ibby (International Board on Books for Young People) che oggi comprende più di settanta Paesi in tutto il mondo ed è impegnata a promuovere la conoscenza del libro di qualità per i più giovani, organizza convegni e pubblica il periodico ”Honour List”. Anche l’Italia ha la sua sede IBBY, a Bologna. Jella Lepmann sollecitò vari scrittori per incentivare la disponibilità di libri per l’infanzia, lo fece anche con Erich Kästner affinchè scrivesse e illustrasse il libro La conferenza degli animali recentemente ripubblicato in Italia da Piemme. A Jella anche il merito di essersi adoperata per l’istituzione del Hans-Christian-Andersen-Preises, il Premio Nobel della letteratura per ragazzi. Jella Lepman morì all’età di 79 anni a Zurigo. Dal 1991, centenario della sua nascita, Ibby ha istituito la Medaglia Jella Lepman alle persone che si adoperano attivamente a favore dell’organizzazione (www.edufrog.it).

Per altre informazioni sulla biografia di Jella Lepman clicca qui, qui e qui (in inglese).

 


Ultimo aggiornamento della pagina: 26 giugno 2020