Narrativa e poesia


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Storie di gente felice / Lars Gustafsson. – Milano, Iperborea, 2020.

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Affabulatore e filosofo, capace di tradurre in storie poetiche la sua arguta indagine sull’uomo, l’identità e il tempo, è soprattutto con i racconti che Lars Gustafsson si è guadagnato la fama di «Borges svedese».

Può esistere la felicità in un mondo preconfezionato, fatto di cose che fingono di essere desiderabili, in una società così complessa che contro i suoi mali e i suoi problemi ci limitiamo ad assicurarci, avendo perso ogni illusione di risolverli? Il mondo è davvero così vecchio che tutto è già stato pensato, o siamo noi che siamo stanchi, che chiamiamo verità la rassegnazione e definiamo irreale tutto ciò che speriamo? Forse è più ottimista di quanto non sembri la visione di Gustafsson in questi racconti inediti del periodo d’oro della sua creatività, conferma di quel talento narrativo che, mescolando erudizione e immaginazione, filtrando questioni filosofiche con humour e leggerezza, gli è valso l’epiteto di «Borges del Nord». Un ricercatore inviato in Cina durante la Rivoluzione culturale che trova la soluzione di un problema ingegneristico meditando i pensieri di Mao, la notte insonne di un fisico sperimentale che scopre sull’elenco telefonico di Göteborg che forse è ancora viva la prima fidanzata morta da tempo, un incontro in un bar di Atene che ridà l’occasione di vivere il grande amore della vita: scienziati, artisti, musicisti, filosofi – lo stesso Nietzsche compare tra i protagonisti – si muovono tra Svezia e Cina, Texas e Italia, in un universo cosmopolita visto con l’occhio disincantato di chi conosce gli interrogativi della scienza così come i riti della società e i meccanismi dei sentimenti. Ogni personaggio, attraverso la memoria, il sogno o l’immaginazione, vive un momento di epifania, l’illuminazione di un angolo nuovo da cui guardare la sua situazione che apre una crepa nel muro della realtà, una via di fuga verso un passato o un futuro dove tutto resta possibile, compresa la felicità.

Lars Gustafsson (1936-2016), originario del sud della Svezia che fa da sfondo a molti suoi romanzi, è considerato il più internazionale scrittore svedese contemporaneo. Studioso di matematica e filosofia, poeta, saggista, drammaturgo e romanziere fra i più tradotti all’estero, ha insegnato per vent’anni Storia del pensiero europeo a Austin, in Texas. Nei suoi racconti come nelle poesie si riconosce quella vena fantastica, quel gioco dell’erudito che scherza con la propria erudizione, quell’ossessione per il tempo e per l’identità che l’hanno fatto definire il «Borges svedese». In Italia ha ricevuto il Premio Agrigento, il Premio Boccaccio, il Grinzane Cavour e il Premio Nonino. Tra i suoi titoli pubblicati da Iperborea, Morte di un apicultore, Il pomeriggio di un piastrellista, Le bianche braccia della signora Sorgedahl, L’uomo sulla bicicletta blu.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pazze di libertà / Silvia Meconcelli. Viterbo, Alter Ergo, 2019.

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Il sole è alto nel cielo quando Maria si risveglia in un luogo che non conosce, ma le bastano pochi attimi per capire che non sarà una giornata come le altre. La luce esterna proietta sul pavimento l’ombra delle sbarre che bloccano la finestra, la porta è serrata e il letto in cui si ritrova non è il suo. Le lenzuola sono rigide, i muri segnati dai graffi. Un manicomio. Ma lei non è pazza, non può permettersi di restare lì, fra le urla delle altre internate e gli orrori dell’ospedale psichiatrico. Fuori c’è Lucio che l’aspetta. Sullo sfondo di una Grosseto segnata dalle bombe, dalle razzie e dalla lotta partigiana della seconda guerra mondiale, si muovono le vite delle donne che provano a farsi spazio in un mondo governato dagli uomini. E Maria funge da portavoce e da esempio per ognuna di loro.

Silvia Meconcelli. Per una auto-presentazione dell’Autrice clicca qui.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il tempo umano / Giorgio Nisini. Milano, HarperCollins Italia, 2020.

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Un gioiello letterario, una riflessione narrativa sul tempo e sull’amore, sul modello di grandi scrittori contemporanei quali Philip Roth e Ian McEwan.

«Un thriller passionale e ben confezionato. Un libro che ha il particolare merito di custodire e spalmare, con furbizia e mestiere, la tensione dannosa delle passioni» – Orazio Labbate, la Lettura

Tommaso insegna letteratura all’università, in una città di provincia dell’Italia centrale. Il suo corso è frequentato da Beatrice, timida e preparata, una studentessa modello, che però sembra nascondere emozioni profonde e solo apparentemente sopite. In giro tutti sanno chi è: la figlia di Alfredo Del Nord, una leggenda locale, l’imprenditore nato dal nulla che, a partire dalla sua ossessione per il tempo, ha fondato la Dea Nigra, una delle più importanti aziende internazionali di orologi di lusso. Dopo che Beatrice si è laureata, Tommaso inizia una relazione con lei, cominciando così a frequentare la grande Villa Del Nord, ai margini del paese, affascinato dal mondo ricco e silenzioso della ragazza, dai modi gentili di sua madre, dalla figura carismatica e misteriosa del padre. Ed è proprio alla villa che Tommaso conosce Maria, la sorella di Beatrice, che sembra il suo perfetto opposto. Quanto Beatrice, come promette il suo nome, è dolce e angelica, tanto Maria è sfrontata e irriverente. Tommaso e Maria vengono travolti da un amore violento, ambiguo e irrinunciabile. Nisini, con maestria, alterna il resoconto delle tappe della passione – desiderio, conquista, tradimento, trasgressione – con il racconto della nascita della Dea Nigra, a partire da un vecchio orologio acquistato a una bancarella dell’usato: un oggetto che nasconde un mistero e che forse riesce a dare un senso al microcosmo in cui i protagonisti di questo romanzo si trovano catapultati. Così, sullo sfondo di una provincia italiana dai tratti stranianti e metafisici, le vite di Alfredo e Tommaso si sfiorano quel tanto che basta per entrare in rotta di collisione. E da quel momento in poi nessuno di loro sarà più lo stesso. «Il tempo umano» è un gioiello letterario, una riflessione narrativa sul tempo e sull’amore, sul modello di grandi scrittori contemporanei quali Philip Roth e Ian McEwan. Il risultato è un libro universale e appassionante che sa unire un’altissima qualità letteraria a un intreccio coinvolgente e ricco di colpi di scena che tengono il lettore avvinto alla pagina.

Giorgio Nisini. Scrittore e saggista è autore dei romanzi La demolizione del Mammut (Perrone, 2008, Premio Corrado Alvaro Opera Prima e finalista Premio Tondelli), La città di Adamo (Fazi, 2011, selezione Premio Strega) e La lottatrice di sumo (Fazi, 2015). Per Longanesi ha curato l’antologia Un bacio in bocca (2016). È co-direttore artistico di Caffeina Festival e direttore artistico dell’Emporio Letterario di Pienza. Nel 2020 esce per HarperCollins Il tempo umano.

 


Ultimo aggiornamento della pagina: 19/08/2020