Narrativa

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La monaca / Simonetta Agnello Hornby. – Milano, Feltrinelli, 2015

Messina, 15 agosto 1839. In casa del maresciallo Peppino Padellani di Opiri, fervono i preparativi per la festa dell’Assunzione della Vergine. È l’ultimo giorno sereno nella vita di Agata, innamorata del ricco Giacomo Lepre e da lui ricambiata. Agata deve rinunciare al suo amore: le famiglie non trovano un accordo e, alla morte del maresciallo, la madre di Agata, donna Gesuela, decide di portarla a Napoli, dove spera di ottenere una pensione dal re. L’unico piroscafo in partenza è quello del capitano James Garson. Dopo un tempestoso viaggio, James e Agata si ritrovano sul ponte e qui lei gli confida i propri tormenti. A Napoli, Agata viene forzata a entrare in convento. Un mondo in cui si intrecciano amori, odi, rancori, passioni illecite e vendette. Ma Agata sembra guardare oltre si appassiona allo studio e alla coltivazione delle erbe mediche, impara a fare il pane e i dolci. Legge tutti i libri che James Garson le manda con regolarità e segue le sorti dei movimenti che aspirano all’unità d’Italia in casa della sorella Sandra. Ha accettato la vita monastica, ma è combattuta tra il sentimento religioso e il desiderio di vivere nel mondo. Non vuole dispiacere la zia badessa, ma nemmeno sacrificare il suo futuro. Sorella mediterranea delle eroine di Jane Austen, l’Agata di Simonetta Agnello Hornby è capace di abitare la Storia e al contempo di portare con la propria storia di giovane donna, una forza spirituale nuova, da leggere a partire dal nostro tempo per arrivare al suo.

Simonetta Agnello Hornby. Vive dal 1972 a Londra, dove svolge la professione di avvocato ed è stata presidente per otto anni del Tribunale di Special Educational Needs and Disability. Il suo primo romanzo, La mennulara (la “raccoglitrice di mandorle”) – pubblicato da Feltrinelli nel 2002 e ripubblicato sempre da Feltrinelli nel 2019 –  è stato un vero e proprio caso letterario, è stato a lungo ai vertici delle classifiche ed è stato tradotto in molte lingue, ricevendo nel 2003 il Premio Letterario Forte Village. Nello stesso anno, ha vinto il Premio Stresa di Narrativa e il Premio Alassio 100 libri – Un autore per l’Europa, ed è stato finalista del Premio del Giovedì “Marisa Rusconi”. Tra i suoi titoli più celebri ricordiamo: con Feltrinelli La zia marchesa (2004), Boccamurata (2007), Vento scomposto (2009), La monaca (2010), La cucina del buon gusto (con Maria Rosario Lazzati, 2012), Il veleno dell’oleandro (2013), Il male che si deve raccontare (con Marina Calloni, 2013), Via XX Settembre (2013), Caffè amaro (2016), Nessuno può volare (2017). Ha inoltre pubblicato: Camera oscura (Skira, 2010), Un filo d’olio (Sellerio, 2011), La pecora di Pasqua (con Chiara Agnello), La mia Londra (Giunti, 2017), Il pranzo di Mosè (Giunti, 2014), Siamo Palermo con Mimmo Cuticchio (Mondadori, 2019).

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mio nonno era fascista / Stefano Welisch. – Viareggio (LU), Giovane Holden, 2018

Il romanzo narra le vicende reali di Giorgio e di Giuliana, destinati a innamorarsi e a sposarsi. Nel ventennio fascista però sono due ragazzini che crescono in ambienti familiari completamente diversi, senza sapere nulla l’uno dell’altra. Giorgio, mamma casalinga, padre funzionario di banca membro di spicco del PNF, nonna che sa raccontare in modo meraviglioso le favole, sorella minore a tratti fastidiosa. Giuliana, estrazione alto-borghese, padre ebreo che per amore ha rinnegato la sua religione. Attraverso i loro occhi e le loro esperienze si dipanano gli eventi che segnarono l’Italia tra il 1934 e il 1952. Stefano Welisch intreccia le vicende drammatiche e sorprendenti dei suoi protagonisti a quelle, non meno travagliate, di un periodo della nostra storia in cui luci e ombre si sono fuse in continuum spesso inestricabile.

Stefano Welisch. Da sempre appassionato lettore, in particolare di romanzi storici e di fantascienza colta, ha cominciato a cimentarsi con la scrittura dopo la sua permanenza di quattro anni negli Stati Uniti.
Il suo primo libro, Clelia o dell’immortalità, un romanzo d’introspezione psicologica, del genere fantastico, è stato pubblicato nel 2002, ha fatto seguito Obiezione Vostro Onore, una satira graffiante degli americanismi nostrani. Con Giovane Holden Edizioni ha pubblicato Il Presidente d’Italia, 2013; Mio nonno era fascista e Ucronia, 2018. Dedica tuttora alla scrittura il tempo che la sua attività imprenditoriale gli lascia libero. Separato con due figli, nato a Rapallo (Ge), vive a Padova con la fidanzata, Agnese.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Relitto / Noel O’Reilly. – Milano, HarperCollins, 2019

Con una trama avvincente e una scrittura suggestiva, Relitto, romanzo d’esordio di Noel O’Reilly, racconta una storia d’amore, ingiustizia, superstizione e salvezza, ambientata nell’oscuro passato della Cornovaglia d’inizio Ottocento.

I naufragi fanno parte della vita quotidiana nel remoto villaggio di Porthmorvoren, in Cornovaglia. E quando il mare abbandona sulla spiaggia i corpi di coloro che sono annegati, porta anche tesori: barili di liquore, frutta esotica, la possibilità di sfilare un bel paio di stivali a un cadavere, forse anche un gioiello o due. Quando, dopo una violenta tempesta nei pressi di un relitto sulla spiaggia, Mary Blight salva dal mare un uomo mezzo morto, ignora i pettegolezzi dei vicini e lo porta a casa sua per curarlo al meglio. Gideon Stone è un ministro metodista di Newlyn, e un uomo sposato. Commosso dal sacrificio di Mary e inorridito dalle superstizioni e dalle credenze pagane a cui gli abitanti del villaggio si aggrappano, Gideon si propone di portare luce e salvezza a Porthmorvoren costruendo una cappella sulla collina. Ma il villaggio ha molti segreti e non tutti i suoi abitanti vogliono essere salvati. Mentre Mary e Gideon sono sempre più legati l’uno all’altra, la gelosia, le voci e i sospetti si diffondono a macchia d’olio. Gideon ha dei demoni da affrontare, e presto i nemici di Mary iniziano a tramare contro di lei…

Noel O’Reilly ha frequentato il prestigioso corso avanzato di scrittura presso il New Writing South in Inghilterra. Ha lavorato come giornalista e redattore presso la società di media business internazionale RBI, ed è ora uno scrittore freelance. Vive a Brighton con la moglie e i figli. Relitto è il suo primo romanzo.

Noel O’Reilly è un signore non più giovane che vive a Brighton, Inghilterra. Come tanti altri (e praticamente la quasi totalità della popolazione nel caso dell’Italia) ha il pallino della scrittura, e un giorno ha deciso di seguire un prestigioso corso per diventare Autore. E sì, adesso useremo anche l’espressione “caso letterario”, perché così è. C’erano insomma tutti gli elementi per un libro carico di hype ma povero di sostanza, invece il risultato è questo solido Relitto, una storia di avventura a sfondo gotico-marinaro ambientata nella Cornovaglia d’inizio Ottocento. Il giusto mix di escapismo, tinte horror, sensualità, segreti sordidi da piccola comunità e ricerca storica. Due le opzioni: O’Reilly ha talento istintivo, per quanto tardivo, oppure è un genio del marketing. In entrambi i casi a goderne è il lettore (RollingStone).

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un’estate con la Strega dell’Ovest e altri racconti / Kaho Nashiki. – Milano, Feltrinelli, 2019

Mai ha tredici anni e non vuole più andare a scuola. La madre, preoccupata, decide di mandarla a stare dalla nonna per un po’, in una bella casetta nella campagna giapponese sul limitare dei monti. La nonna è una signora inglese ormai vedova, arrivata in Giappone molti anni prima e rimasta lì per amore. Sia Mai che la madre si riferiscono a lei come la “Strega dell’Ovest”, ma nel momento in cui la nonna le rivela di possedere realmente dei poteri magici, Mai rimane incredula e diffidente. Quando però le propone di affrontare il duro addestramento da strega, accetta senza esitazioni. Immerse nella natura incontaminata del Giappone più remoto, nonna e nipote passano insieme settimane meravigliose in raccoglimento, lontane dalla frenesia della vita di città, a lavorare nell’orto, raccogliere erbe selvatiche e cucinare, oltre a dedicarsi, naturalmente, a quelli che sono, secondo la nonna, i rudimenti di base per una giovane strega. A questa storia catartica e rivelatrice, negli anni, l’autrice ha voluto aggiungere tre brevi racconti che ne riprendono i personaggi e l’ambientazione e che proponiamo fedelmente nella presente edizione.

“Per ottenere le cose che per te hanno più valore, quelle che desideri di più, può darsi che tu debba superare le prove più difficili.”

Kaho Nashiki è nata nel 1959 nella prefettura di Kagoshima e si è laureata all’Università Dōshisha di Kyoto. È autrice di romanzi, libri illustrati e saggi, per adulti e per bambini. Nel 1994, con il suo primo romanzo, Un’estate con la Strega dell’Ovest, vince il premio JAWC New Talent Award, il premio Nankichi Niimi e il premio Shōgakukan; il libro ha un successo enorme in Giappone e viene adattato al cinema. Da allora ha continuato a scrivere opere toccanti e sorprendenti, alimentata anche dai suoi interessi per le religioni tradizionali, le piante e i viaggi. Vive a Ōtsu, nella prefettura di Shiga, nel Giappone centrale. Per Feltrinelli ha pubblicato Un’estate con la Strega dell’Ovest. E altre storie (2019).

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La casa delle conchiglie / Ivo Torello. – Milano, Edizioni Hypnos, 2018

Parigi, 1863. Nel bordello di lusso conosciuto come la “Maison des Coquillages” si incontrano prostitute straordinarie e artisti ossessionati, criminali da strapazzo e alchimisti erotomani: ognuno ha una storia, un delirio, un demone nascosto e, soprattutto, una perversione che chiede soltanto di essere liberata. A condurre la dissacrante sinfonia di peccato e misteri, è la maîtresse del bordello: Madame Sabatière. Sarà lei a prendere per mano il lettore e a condurlo, con grazia, tra le pieghe dei corpi palpitanti e più in là ancora, negli abissi del cielo e dell’anima.

Dopo il successo di Predatori dall’abisso, torna Ivo Torello con un nuovo, appassionante romanzo, un ritratto della Parigi di metà Ottocento, dove arte, eros e mistero convergono, tra sette segrete, creature dell’ombra, filtri magici e libri arcani. 

Prefazione di Paolo di Orazio.

Completa il volume una galleria di opere d’arte erotica tra le più affascinanti e sensuali del XIX secolo.

Ivo Torello nasce a Genova nel 1974: scrittore, incisore, scultore, fotografo, appassionato d’arte, s’impone all’attenzione del pubblico a partire dalla fine degli anni ’90. Il suo racconto “Amalgama” (2001) viene pubblicato sul quarto numero della rivista Carmilla, a cura di Valerio Evangelisti, e successivamente è tradotto in Messico e Francia. Con i racconti “Voci” e “Major Terata” vince il premio Lovecraft nel 2000 e nel 2003. Del 2012 è il suo primo romanzo, Predatori dall’abisso, avventura di matrice lovecraftiana, in cui si uniscono meraviglia, scienza e orrore, definito da Pietro Guarriello, “il miglior romanzo weird da moltissimi anni a questa parte”. Nel 2018 esce il suo secondo romanzo, La casa delle conchiglie, in cui si fondono in maniera mirabile arte, eros e fantastico. Seguono nel 2019 i romanzi brevi La gorgiera della contessa sanguinaria e L’harem delle vergini dannate, della serie degli Strany casi di Ulysse Bonamy, ideale spin-off proprio della Casa delle conchiglie. Attualmente Torello vive e lavora nella terraferma veneziana.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’inverno più nero. Un’indagine del commissario De Luca / Carlo Lucarelli. – Torino, Einaudi, 2020

1944, Bologna sta vivendo il suo «inverno più nero». La città è occupata, stretta nella morsa del freddo, ferita dai bombardamenti. Ai continui episodi di guerriglia partigiana le Brigate Nere rispondono con tale ferocia da mettere in difficoltà lo stesso comando germanico. Anche per De Luca, ormai inquadrato nella polizia politica di Salò, quei mesi maledetti sono un progressivo sprofondare all’inferno. Poi succede una cosa. Nella Sperrzone, il centro di Bologna sorvegliato dai soldati della Feldgendarmerie, pieno di sfollati, con i portici che risuonano dei versi degli animali ammassati dalle campagne, vengono ritrovati tre cadaveri. Tre omicidi su cui il commissario è costretto a indagare per conto di tre committenti diversi e con interessi contrastanti. Convinti che solo lui possa aiutarli.

«Alle 17:10, al primo calare del sole, il coprifuoco avrebbe trasformato il suk dentro le mura di Bologna in una città fantasma, accecata dall’oscuramento e muta, a parte gli scarponi delle pattuglie o quelli dei partigiani. Ma fino a quel momento, quella casbah fradicia e sporca, che scoppiava di voci rombando sorda come un treno in una galleria, brulicava di gente che cercava qualcosa, la neve, il burro, una sigaretta, un attimo in più per superare quello che per tutti, dall’inizio della guerra, forse da sempre, era l’inverno più ruvido e freddo. L’inverno più nero».

Carlo Lucarelli (Parma, 1960) è autore di romanzi, saggi e sceneggiature. Tra i suoi ultimi libri usciti per Einaudi Stile Libero, Albergo Italia (2014), Il tempo delle iene (2015), Intrigo italiano (2017), Peccato mortale (2018) e L’inverno più nero (2020). Gli ultimi tre titoli hanno segnato il ritorno sulla scena del commissario De Luca, già protagonista di una trilogia (pubblicata in origine da Sellerio e ora da Einaudi Stile Libero) che comprende Carta biancaL’estate torbida e Via delle Oche. Per molti anni ha condotto trasmissioni televisive in cui ripercorreva celebri casi criminali esaminandone gli aspetti rimasti oscuri.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sulle orme di un padre / Danielle Steel. – Milano, Sperling & Kupfer, 2020

Un padre che ha conosciuto l’orrore della guerra, un figlio che ha smarrito la strada. Un romanzo commovente sul valore della memoria e l’amore salvifico di una famiglia.

Aprile 1945. Jakob ed Emmanuelle, poco più che ventenni, sono già due sopravvissuti, salvati dalle truppe statunitensi dal terribile destino che li attendeva nel campo di Buchenwald. È in America, la terra delle opportunità, che i due giovani decidono di ricominciare insieme una nuova vita, in un fatiscente monolocale nel Lower East Side di New York, dove accettano i lavori più umili, estenuanti e malpagati, sorretti unicamente dal loro talento, dalla fede e dall’amore che li lega. Molti anni dopo, Jakob è diventato un uomo di successo e può garantire al figlio Max gli studi a Harvard, insieme ai rampolli delle più ricche famiglie americane. Diversamente dai genitori, però, il ragazzo ambisce a una fortuna più grande e si lascia abbagliare da quel mondo patinato, abbandonandosi al lusso più sfrenato. Ben presto, tuttavia, quello specchio dorato inizia a mostrare le prime crepe, riservandogli fallimenti e delusioni. Solo allora Max imparerà ad apprezzare l’esempio del padre, che aveva inseguito il sogno americano senza mai sacrificare l’integrità morale e gli affetti famigliari. Dall’Europa ridotta in ceneri alla sfavillante New York, la storia toccante e avvincente di chi, sopravvissuto all’Olocausto, ha avuto il coraggio di ricominciare a vivere, lasciando un esempio indelebile alle generazioni a venire.

Danielle Steel vive tra gli Stati Uniti e la Francia. È la scrittrice più popolare del mondo, con oltre 650 milioni di copie vendute in 69 Paesi. I suoi romanzi pubblicati in Italia da Sperling & Kupfer sono tutti bestseller internazionali e dal 1981 l’autrice è sempre presente nella classifica del New York Times. Nel 2014 le è stata conferita la più alta onorificenza francese, la Legion d’Onore.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una donna normale / Roberto Costantini. – Milano, Longanesi, 2020

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Roberto Costantini dà vita a un nuovo personaggio, forte e fragile insieme: una donna che affronta il suo lavoro con dubbi ma con determinazione, capace di riconoscere le priorità, seppure con il dolore di dover mettere i suoi valori e i suoi affetti al secondo posto, mentendo quando necessario.

«Lo sguardo di Costantini è lucido. Le sue parole restano impresse nella memoria, come la sua galleria di personaggi imperfetti e dolenti in cerca di un senso alla comune sopravvivenza quotidiana.» – Marco Imarisio, Corriere della Sera

«Uno spirito dickensiano naturale che, coniugato a una capacità affabulatoria a tavoletta, lo rendono davvero unico.» – Sergio Pent, TuttoLibri, La Stampa

Aba Abate è una donna normale. Suo marito Paolo, pubblicitario aspirante scrittore, è un uomo colto ma con scarso senso pratico. I suoi figli, Francesco e Cristina, sono adolescenti e, come tutti i ragazzi a quell’età, problematici e conflittuali. La sua unica vera amica sin dai tempi della scuola, Tiziana, ha una libreria e da single continua a cercare il grande amore. Aba si rivolge a lei in cerca di un aiuto per le aspirazioni di romanziere del marito. Aba fa di tutto per tenere unita la sua famiglia e i suoi affetti, ma non è sempre facile per via del suo vero lavoro. Perché Aba Abate in realtà è anche «Ice». Non una semplice impiegata ministeriale come credono i suoi familiari, ma una funzionaria dei Servizi segreti con un compito delicatissimo: reclutare e gestire gli infiltrati nelle moschee. È proprio da un suo informatore che Aba apprende una notizia potenzialmente catastrofica: in Italia sta arrivando via mare dalle coste libiche un terrorista pronto a farsi esplodere. La scadenza: una settimana. Aba si trova costretta a intervenire in prima persona anche sul campo, in Libia e in Niger. E per avere una pur minima speranza di successo deve avvalersi della collaborazione di un agente del posto, il professor Johnny Jazir, un uomo che la trascina gradualmente in una spirale in cui tutti i suoi valori sono messi in dubbio. Le missioni si moltiplicano, le emergenze familiari e lavorative si sovrappongono nel giro di pochi, frenetici giorni, e quando niente va come dovrebbe il mondo di Aba – quello professionale, ma anche quello degli affetti e dell’amore per il quale ha sempre così tenacemente lottato – comincia inesorabilmente a crollarle addosso. Possono davvero coesistere Aba e Ice?

Roberto Costantini. Ingegnere, consulente aziendale, ha lavorato per società italiane e internazionali nel campo impiantistico e ha conseguito il Master in Management Science a Stanford (California). È oggi dirigente della Luiss Guido Carli di Roma dove insegna Business Administration.
È autore per Marsilio della Trilogia del Male con protagonista il commissario Michele Balistreri, già pubblicata negli Stati Uniti e nei maggiori paesi europei, premio speciale Giorgio Scerbanenco 2014 quale «migliore opera noir degli anni 2000». Con La moglie perfetta è stato finalista al premio Bancarella 2016. In precedenza aveva pubblicato con Franco Angeli saggi destinati ai professionisti e alle università: Gestire le riunioni con Maurizio Castagna nel 1996 e Negoziazione. Come trasformare le tecniche negoziali in abilità istintive con Raffaele Carso nel 1998. Il suo quinto romanzo, Ballando nel buio (Marsilio 2017), ha nuovamente come protagonista il Commissario Balistreri. Nel 2020 pubblica con Longanesi Una donna normale.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un uomo in mutande. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò / Andrea Vitali. – Milano, Garzanti, 2020

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L’Autore legge in anteprima alcune pagine del suo romanzo, clicca qui.

Video presentazione del romanzo e intervista all’Autore, clicca qui.

Movimenti sospetti nella notte a Bellano: forse allucinazioni, forse faccende private, forse non sono reati veri e propri. Forse.

«Un uomo in mutande?» chiese il maresciallo Ernesto Maccadò. Nessuna traccia di sorriso. Anzi, un’espressione che valeva un punto interrogativo.

Il Misfatti l’aveva messa sullo scherzo, ma quello, niente, aveva preteso i dettagli invece di riderci su.
«Si spieghi meglio, appuntato», disse il Maccadò.

«Dicevo tanto per…» annaspò il Misfatti.

«L’ascolto comunque», insisté il maresciallo.

«Vitali appartiene a quella categoria di pochi eletti capaci, con la propria penna, di far ritmare l’elettrocardiogramma di ogni lettore» – Il Messaggero

12 aprile 1929. È la volta buona. Capita di rado, ma quando è il momento l’appuntato Misfatti si fa trovare sempre pronto. Dipende dall’uzzolo della moglie, che stasera va per il verso giusto. E così, nel piatto del carabiniere cala una porzione abbondante di frittata di cipolle. Poi un’altra, e una fetta ancora, e della frittata resta solo l’odore. Che non è buona cosa, soprattutto perché ha impregnato la divisa, e chi ci va adesso a fare rapporto al maresciallo Ernesto Maccadò diffondendo folate di soffritto? Per dirgli cosa poi?, che durante la notte appena trascorsa è stato trovato il povero Salvatore Chitantolo mentre vagava per le contrade mezzo sanguinante e intontito, dicendo di aver visto un uomo in mutande correre via per di là? Sì, vabbe’, un’altra delle sue fantasie. In ogni caso la divisa ha bisogno di una ripulita. Ma proprio energica. Come quella di cui avrebbero bisogno certe malelingue, che non perderebbero l’occasione di infierire sullo sfortunato Salvatore ventilando l’idea di rinchiuderlo in un manicomio. Anche il Comune, guarda un po’, sta progettando una grande operazione di pulizia, una «redenzione igienica» che doti Bellano delle stesse infrastrutture che vantano già altri paesi del lago, più progrediti nella civiltà e nel decoro. Ma, un momento, che ci faceva esattamente un uomo in mutande, in piena notte, per le vie del paese? E perché correva?

In «Un uomo in mutande» il maresciallo Ernesto Maccadò si trova per le mani un caso che forse non lo è, o forse sì. Andrea Vitali gioca con il suo personaggio preferito stuzzicando la sua curiosità, e mettendo alla prova le sue doti di buon senso. Una specie di trappola dalla quale chissà se il maresciallo saprà sfuggire. Unica certezza: il godimento del lettore.

Andrea Vitali. Dopo aver frequentato «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco, Andrea Vitali si laurea in medicina all’Università Statale di Milano ed esercita la professione di medico di base nel suo paese natale. Scrittore molto prolifico, ha esordito nel 1990 con il romanzo breve Il procuratore, ispiratogli dai racconti di suo padre; nel 1996 ha vinto il Premio letterario Piero Chiara con L’ombra di Marinetti, ma il grande successo lo ha ottenuto nel 2003 con Una finestra vistalago (Premio Grinzane 2004). Nel 2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La figlia del Podestà; nel 2009 il Premio Boccaccio e il Premio Hemingway.

Tra i numerosi romanzi, ricordiamo: nel 2011 La leggenda del morto contento e Zia Antonia sapeva di menta. Nel 2012 Galeotto fu il collier e Regalo di nozze. L’anno successivo escono Le tre minestre, lungo racconto autobiografico edito da Mondadori-Electa e Di Ilide ce n’è una sola. Nel 2014 Quattro sberle benedette, Premiata ditta Sorelle Ficcadenti e Biglietto, signorina!; nel 2015 La ruga del cretino, scritto con Massimo Picozzi, Le belle Cece, La verità della suora storta, Quattro schiaffi benedetti, Un amore di zitella (tutti editi da Garzanti). Nel 2016 Nel mio paese è successo un fatto strano (Salani), Le mele di Kafka (Garzanti), Viva più che mai (Garzanti). Nel 2019 esce Certe fortune. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò (Garzanti), Sotto un cielo sempre azzurro (Garzanti) e Documenti, prego (Einaudi). Altre sue pubblicazioni sono: Un uomo in mutande. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò (Garzanti, 2020).

Da ricordare che con il romanzo Almeno il cappello (edito nel 2009 da Garzanti) Andrea vitali ha vinto il Premio Casanova, il Premio Isola di Arturo Elsa Morante, il Campiello sezione giuria dei letterati ed è stato finalista al Premio Strega.

I suoi libri, pubblicati in Italia da Garzanti, sono stati tradotti in molti paesi, tra cui la Turchia, la Serbia e il Giappone.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ah l’amore l’amore / Antonio Manzini. Palermo, Sellerio, 2020

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L’Autore presenta il proprio romanzo alla trasmissione RAI “Che tempo che farà”, clicca qui.

Una nuova indagine per Rocco Schiavone.

«“Oh Madonna” disse Italo. “Rocco? Hai sangue…” e gli indicò la schiena. Il vicequestore si mise la mano sopra i muscoli lombari e la ritirò inzaccherata. “Oh porca…” ringhiò». – Rien ne va plus

«Capirete chi sono davvero Rocco e il suo fratello Manzini e aspetterete la nuova avventura come se fosse l’amico di cui non si può più fare a meno. Specchio bramoso del nostro scontento». – Bruno Ventavoli, Tuttolibri – La Stampa

Nell’ultima pagina di Rien ne va plus abbiamo lasciato Rocco Schiavone ferito in un lago di sangue. Ora è in ospedale dopo l’intervento di nefroctomia che ha subito, la stessa operazione che ha portato alla morte uno dei ricoverati del reparto, a quanto pare a causa di un errore di trasfusione. Così costretto all’immobilità, di malumore, Rocco comincia ad interessarsi a quel decesso in sala operatoria che ha tutta l’aria di essere l’ennesimo episodio di malasanità. Ma fa presto a capire che non può trattarsi di un errore umano anche perché si è fatto spiegare bene dal primario Filippo Negri le procedure in casi del genere. Per andare a fondo della questione sguinzaglia dal suo letto tutta la squadra, e segue l’andamento delle indagini, a partire dalle informazioni sul morto, Renato Sirchia, un facoltoso imprenditore di salumi della zona, casa sfarzosa, abitudini da ricco, gran lavoratore. Dietro il lusso però si cela una realtà economica disastrosa, la fabbrica è piena di debiti e salta anche fuori una consistente assicurazione sulla vita. Rocco non riesce a stare a guardare e uscito di nascosto dall’ospedale incontra la moglie e il figlio di Sirchia, Lorenzo, fresco di studi aziendali e con idee di conduzione assai diverse da quelle del padre. Le cose però non sono così semplici come appaiono e Schiavone non si fa incantare dalla soluzione più facile. Attorno a lui, le luci del Natale, i neon del reparto (non si sa quali lo deprimano di più), i panettoncini, unico cibo commestibile, gli infermieri comprensivi, il vicino di letto intollerabile e soprattutto i suoi che vanno e vengono incessantemente, lo coprono nelle sue fughe, lo assecondano e non aspettano altro che il vicequestore ritorni in servizio. Soprattutto Antonio Scipioni, che sta sostituendo Rocco ma che è alle prese con situazioni amorose da commedia degli equivoci, le tre donne con cui ha intrecciato relazioni amorose e che era riuscito a non fare mai incontrare, ora rischiano di ritrovarsi tutte e tre ad Aosta. L’unico a potergli dispensare dei consigli è proprio Schiavone.

Antonio Manzini. Attore e sceneggiatore, romano (allievo di Camilleri all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica), ha esordito nella narrativa con il racconto scritto in collaborazione con Niccolò Ammaniti per l’antologia Crimini. Del 2005 il suo primo romanzo, Sangue marcio (Fazi). Con Einaudi Stile libero ha pubblicato La giostra dei criceti (2007). Un suo racconto è uscito nell’antologia Capodanno in giallo (Sellerio 2012). Del 2013, sempre per Sellerio, ha pubblicato il romanzo giallo Pista Nera. Secondo episodio della serie: La costola di Adamo (Sellerio 2014). Nel 2015 pubblica Non è stagione (Sellerio), Era di maggio (Sellerio) e Sull’orlo del precipizio (Sellerio). Del 2016 è Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (Sellerio). Altri suoi romanzi pubblicati con Sellerio sono: 7-7-2007 (2016), Pulvis et umbra (2017), La giostra dei criceti (2017), L’ anello mancante. Cinque indagini di Rocco Schiavone (2018), Fate il vostro gioco (2018), Rien ne va plus (2019) e Ogni riferimento è puramente casuale (2019).

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La verità su Amedeo Consonni / Francesco Recami. – Palermo, Sellerio, 2019

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In un video l’Autore parla del suo romanzo, clicca qui.

Francesco Recami tiene le fila di tutti i personaggi della saga, interseca le storie, scombina i giochi, spiazza il lettore fino a ricomporre tutto come in un gioco di prestigio.

«Un’autentica commedia noir degli equivoci che dà vita a una sorta di Albergo del libero scambio, purché però alla pochade di Feydeau, incentrata su un tourbillon di corna, si sostituiscano cadaveri che vanno, vengono e risorgono, mariti che scompaiono…» – Ermanno Paccagnini, Corriere della Sera

La professoressa Angela Mattioli ha fatto presto a consolarsi dopo la dipartita del pensionato Amedeo Consonni, crivellato di colpi sul ballatoio di casa come i lettori di Morte di un ex tappezziere ricorderanno. Se ne è andata sulla riviera ligure e lì vive in una villetta da un milione di euro con vista sul porticciolo di Camogli. La vita di Angela e di Alberto Scevola, così si chiama il suo nuovo uomo, trascorre fin troppo tranquilla. Lei fa brevi incursioni a Milano, così Alberto si concede lunghe passeggiate e annoiati pomeriggi in casa; un giorno quasi per caso forando un muro scopre una intercapedine, una specie di nascondiglio, e dentro 160 lingotti d’oro, per un valore approssimativo di 124 milioni di euro. Troppo per non perdere la testa e ammalarsi seriamente. Questo è solo l’inizio del grande affresco finale della Casa di ringhiera, e se la scena si sposta a Camogli è solo per poco perché presto ritroviamo nel condominio milanese tutti gli inquilini, ognuno alle prese con le sue fissazioni e miserie; la signorina Mattei-Ferri, l’anziana invalida che vuol vendicarsi del badante Claudio usando i suoi figli, gli smaliziati adolescenti Gianmarco e Margherita, l’ottuagenario De Angelis ossessionato non più dalla BMW 16 valvole ma da presenze luciferine, i peruviani che spariscono uno a uno, l’architetto Du Vivier in versione seduttore… e poi ci sono nuove figure in palcoscenico: il giornalista ficcanaso, l’avvenente Yutta, di cui tutti si innamorano, un’antica fiamma della Mattioli. Ed Enrico? Sì, anche lui vivrà un momento decisivo. A dispetto dei suoi 5 anni il più saggio di tutti.

Francesco Recami. Scrittore fiorentino, pubblica due titoli con Mondadori Education: Assassinio nel Paleolitico e Trappola nella neve (2000). Con Bianca Sferrazzo nel 1998 scrive per Giunti Celti e Vichinghi. Ma la sua popolarità arriva con l’editore Sellerio, e particolarmente con il ciclo di romanzi dedicati al pensionato Amedeo Consonni: L’errore di Platini (2006), Il correttore di bozze (2007), Il superstizioso (2008, finalista al Premio Campiello 2009), Il ragazzo che leggeva Maigret (2009, con il quale vince il Premio Scrittore Toscano), Prenditi cura di me (2010), La casa di ringhiera (2011), Gli scheletri nell’armadio (2012), Il segreto di Angela (2013), Il caso Kakoiannis-Sforza (2014), L’uomo con la valigia (2015), Morte di un ex tappezziere (2016), Sei storie della casa di ringhiera (2017), Il diario segreto del cuore (2018) La verità su Amedeo Consonni (2019). Il suo racconto “Il mostro del Casoretto” appare nell’antologia Sellerio La scuola in giallo, del 2014. Del 2015 è invece il romanzo Piccola enciclopedia delle ossessioni, sempre per la casa editrice palermitana.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La misura del tempo / Gianrico Carofiglio. – Torino, Einaudi, 2019

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Finalista al Premio Strega 2020

Un romanzo magistrale. Una scrittura inesorabile e piena di compassione, in equilibrio fra il racconto giudiziario – distillato purissimo della vicenda umana – e le note dolenti del tempo che trascorre e si consuma.

«Se non fosse colpevole di quell’omicidio, e non riesco a immaginare come sia possibile, sarebbe un tale concorso di circostanze sfortunate da mettere i brividi»

Tanti anni prima Lorenza era una ragazza bella e insopportabile, dal fascino abbagliante. La donna che un pomeriggio di fine inverno Guido Guerrieri si trova di fronte nello studio non le assomiglia. Non ha nulla della lucentezza di allora, è diventata una donna opaca. Gli anni hanno infierito su di lei e, come se non bastasse, il figlio Iacopo è in carcere per omicidio volontario. Guido è tutt’altro che convinto, ma accetta lo stesso il caso; forse anche per rendere un malinconico omaggio ai fantasmi, ai privilegi perduti della giovinezza. Comincia cosí, quasi controvoglia, una sfida processuale ricca di colpi di scena, un appassionante viaggio nei meandri della giustizia, insidiosi e a volte letali.

Proposto da Sabino Cassese per il Premio Strega 2020: «Una donna, una persona ambigua e sfuggente, un vecchio amore, ricompare nella vita di un avvocato, attento ma insicuro (i due ritratti sono delineati con grande maestria) e gli chiede di difendere suo figlio, imputato di omicidio. Da qui si dipanano due storie, costruite in un montaggio alternato, alla Griffith, verso il passato di quell’amore e il futuro della sentenza attesa. Una sapiente costruzione, in cui si riflettono le inquietudini del nostro tempo, e il cui protagonista è proprio il tempo (donde il titolo), che si incarica di trovare una soluzione alle due storie. Dal processo emergerà una nuova verità, ma non un nuovo colpevole, che sarà alla fine individuato in altro modo. Sotto queste vicende si nasconde un vero e proprio “conte philosophique“. Dietro l’apparenza del “giallo” si celano insegnamenti profondi: la pluralità dei punti di vista; i diversi modi in cui si presenta la realtà; l’invito a dubitare della verità stessa. Due citazioni, una del capolavoro di Kurosawa e una di Canetti, in pagine diverse, rafforzano queste conclusioni. Carofiglio si conferma come una delle voci più importanti della narrativa italiana.»

Gianrico Carofiglio ha scritto racconti, romanzi, saggi. I suoi libri, sempre in vetta alle classifiche dei best seller, sono tradotti in tutto il mondo. Ha creato il popolarissimo personaggio dell’avvocato Guido Guerrieri. Per Einaudi ha pubblicato il racconto La doppia vita di Natalia Blum raccolto nell’antologia Crimini italiani (Stile libero 2008), Cocaina, con Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo (Stile libero 2013 e Super ET 2014), Una mutevole verità (Stile libero 2014, Super ET 2016 E Super ET 2018, Premio Scerbanenco), La regola dell’equilibrio (Stile libero 2014, Super ET 2016 e Super ET 2018), Passeggeri notturni (Stile libero 2016 e Super ET 2017), L’estate fredda (Stile libero 2016 e Super ET 2018), Le tre del mattino (Stile libero 2017 e Super ET 2019), La versione di Fenoglio (Stile Libero 2019), La misura del tempo (2019) e Non esiste saggezza. Edizione definitiva (2020).

Nel 2016 è stato insignito del Premio Vittorio De Sica per la letteratura e del Premio speciale alla carriera della XVII edizione del premio letterario Castelfiorentino di Poesia e Narrativa.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’arte del dubbio / Gianrico Carofiglio. – Palermo, Sellerio, 2007

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Anni fa, quando fu pubblicato per la prima volta con un altro titolo, questo libro era diverso da adesso. Gianrico Carofiglio, allora esclusivamente un magistrato ben lontano dai romanzi che ne hanno fatto uno degli autori più amati dal pubblico, l’aveva concepito come un manuale sulla tecnica dell’interrogatorio, su come demolire o rafforzare una testimonianza nel dibattimento penale. Ma siccome il testo era tutto costruito su casi concreti, su verbali di veri interrogatori, ebbe una cerchia di lettori più vasta di quella degli specialisti. Evidentemente molti, nell’arte controllata di insinuare il dubbio fra i fatti, avevano avvertito l’umorismo, ossia il lavoro del contrario. In breve, lo spirito della letteratura, in una raccolta di racconti veristici venati di giallo: pezzi di vita, storie tragiche e comiche di esseri umani presi in avventure e peripezie, di prede e predatori, furbi e poveracci sul palcoscenico del processo che diventa teatro di vita. Da tutto questo lo stimolo a ripubblicarlo oggi liberato dalle parti più tecniche, per tornare ciò che era veramente: una raccolta di racconti giudiziari.

Gianrico Carofiglio. Magistrato dal 1986, ha lavorato come pretore a Prato, Pubblico Ministero a Foggia e come Sostituto procuratore alla Direzione distrettuale antimafia di Bari. È stato eletto senatore per il Partito Democratico nel 2008. Il suo primo romanzo è del 2002, Testimone inconsapevole, edito da Sellerio. Con quest’opera Carofiglio ha inaugurato il legal thriller italiano. Il romanzo, che introduce il personaggio dell’avvocato Guido Guerrieri, ottiene vari riconoscimenti riservati alle opere prime, tra cui il Premio del Giovedì “Marisa Rusconi”, il premio Rhegium Iulii, il premio Città di Cuneo e il Premio Città di Chiavari. Sempre con protagonista Guerrieri, da Sellerio seguono nel 2003 Ad occhi chiusi (premio Lido di Camaiore, premio delle Biblioteche di Roma e “miglior noir internazionale dell’anno” 2007 in Germania secondo una giuria di librai e giornalisti) e nel 2006 Ragionevoli dubbi, premio Fregene e premio Viadana.

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’apprendista / Gian Mario Villalta. – Milano, SEM Società editrice milanese, 2020

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Fuori piove, fa freddo. Dentro la chiesa, in un piccolo paese del Nord-Est, fa ancora più freddo. È quasi buio, la luce del mattino non riesce a imporsi. Un uomo, Tilio, sta portando via i moccoli dai candelieri, raschia la cera colata, mette candele nuove. Sistema tutto seguendo l’ordine che gli hanno insegnato, perché si deve mettere ogni cosa al suo posto nella giusta successione. Parla con se stesso, intanto, in attesa che sulla scena compaia Fredi, il sacrestano. Tra una messa e l’altra i due sorseggiano caffè corretto alla vodka. Così inizia il teatro di una coppia di personaggi indimenticabile, che intesse nei pensieri, nei dialoghi e nei racconti un intreccio vertiginoso di vicende personali, desideri, rimpianti e paure che convocano la vita di tutto un paese, in una lingua che fa parlare la realtà vissuta.

Proposto per il Premio Strega 2020 da Franco Buffoni: «Personaggi autentici della provincia friulana animano questo nuovo romanzo di Gian Mario Villalta in modo nitido e poetico. “L’apprendista” – mentre pare raccontare la storia di due “umili” – Tilio e Fredi, riesce in realtà a fare esplodere universi di discorsi storici, sociali e profondamente umani, grazie a uno stile di scrittura elegante e intenso, intimamente sentito. Mentre la trama intesse nei pensieri, nei dialoghi e nei racconti un furibondo intrico di paure e desideri, rimpianti e speranze, capaci di coinvolgere le esistenze degli altri abitanti della piccola comunità. Scolpendo un microcosmo di realtà vissuta con notevole sapienza stilistica, Gian Mario Villalta, già molto noto e accreditato per i romanzi precedenti editi dalla stessa Sem e da Mondadori (ricordiamo “Tuo figlio”), consegna al pubblico dei critici e dei lettori – con “L’apprendista” – una delle opere più significative della nuova stagione».

Gian Mario Villalta. Ha scritto poesie tra cui ricordiamo Vanità della mente, Premio Viareggio 2011 e Telepatia, Premio Carducci 2016. Alla poesia ha dedicato attenzione critica con numerosi interventi su rivista, nel web e nel volume Il respiro e lo sguardo. Un racconto della poesia contemporanea (Rizzoli 2005); un’esperienza importante è stata la cura del “Meridiano” Andrea Zanzotto, Le poesie e prose scelte (con Stefano Dal Bianco), e del doppio Oscar che raccoglie gli Scritti sulla letteratura del grande poeta veneto. Il suo ultimo romanzo, Bestia da latte (SEM 2017) trova in questo libro un suo inatteso compimento.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La first lady è scomparsa / James Patterson e Brendan DuBois. – Milano, Longanesi, 2020 (2 copie)

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Un segreto capace di far crollare una nazione. Uno scandalo che si trasforma in un incubo. Un nuovo, straordinario stand alone dal maestro incontrastato del thriller. Il presidente degli Stati Uniti, Harrison Tucker, è al centro di una tempesta mediatica. La sua relazione extraconiugale è stata svelata ed è diventata di pubblico dominio. Per non alimentare lo scandalo e non gettare al vento gli sforzi impiegati per la campagna di rielezione, Tucker ha bisogno di sua moglie e del suo appoggio. Ma Grace Tucker è stanca dei trucchi del marito. Dopo anni di compromessi, promesse non mantenute, inganni e tradimenti, Grace non vuole arrendersi e decide di fuggire dalla città e dai suoi agenti, di sparire dai radar. Di scappare. Sally Grissom è uno degli agenti segreti che vegliano sulla sicurezza del presidente. Quando viene convocata per una riunione riservata nello Studio Ovale, capisce subito che qualcosa è andato storto. È lei che, nel più totale silenzio, dovrà aprire le indagini per ritrovare Grace Tucker. È lei che dovrà capire quale segreto oscuro si cela in realtà dietro la sparizione. E dovrà farlo prima che per tutti sia troppo tardi.

James Patterson è uno dei più grandi fenomeni editoriali dei nostri giorni. Ha venduto oltre 400 milioni di copie finendo nel Guinness dei primati come unico autore al mondo a occupare per 59 volte il primo posto della Bestseller List del New York Times. È il creatore di personaggi famosissimi della narrativa di suspense come Alex Cross, il profiler cacciatore di serial killer, le «donne del club omicidi» e i ragazzi della serie di Maximum Ride.

Brendan DuBois. Nato nel 1959 a Dover, New Hampshire, si è laureato in Inglese nel 1982 all’Università del New Hampshire. Dopo aver lavorato per tre anni come giornalista per quotidiani locali, ha lavorato nel settore tecnologico e delle comunicazioni come redattore di testi.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fiore di Roccia / romanzo di Ilaria Tuti. – Milano, Longanesi, 2020

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«Quelli che riecheggiano lassù, fra le cime, non sono tuoni. Il fragore delle bombe austriache scuote anche i villaggi, mille metri più giù. Restiamo soltanto noi donne, ed è a noi che il comando militare italiano chiede aiuto: alle nostre schiene, alle nostre gambe, alla nostra conoscenza di quelle vette e dei segreti per risalirle. Dobbiamo andare, altrimenti quei poveri ragazzi moriranno anche di fame. Questa guerra mi ha tolto tutto, lasciandomi solo la paura. Mi ha tolto il tempo di prendermi cura di mio padre malato, il tempo di leggere i libri che riem­piono la mia casa. Mi ha tolto il futuro, soffocandomi in un presente di povertà e terrore. Ma lassù hanno bisogno di me, di noi, e noi rispondiamo alla chiamata. Alcune sono ancora bambine, altre già anziane, ma insieme, ogni mattina, corriamo ai magazzini militari a valle. Riempiamo le nostre gerle fino a farle traboccare di viveri, medicinali, munizioni, e ci avviamo lungo gli antichi sentieri della fienagione. Risaliamo per ore, nella neve fino alle ginocchia, per raggiungere il fronte. I cecchini nemici – diavoli bianchi, li chiamano – ci tengono sotto tiro. Ma noi cantiamo e preghiamo, mentre saliamo con gli scarpetz ai piedi. Ci aggrappiamo agli speroni con tutte le nostre forze, proprio come fanno le stelle alpine, i ’fiori di roccia’. Ho visto il coraggio di un capitano costretto a prendere le decisioni più difficili. Ho conosciuto l’eroismo di un medico che, senza sosta, fa quel che può per salvare vite. I soldati ci hanno dato un nome, come se fossimo un vero corpo militare: siamo Portatrici, ma ciò che trasportiamo non è soltanto vita. Dall’inferno del fronte alpino noi scendiamo con le gerle svuotate e le mani strette alle barelle che ospitano i feriti da curare, o i morti che noi stesse dovremo seppellire. Ma oggi ho incontrato il nemico. Per la prima volta, ho visto la guerra attraverso gli occhi di un diavolo bianco. E ora so che niente può più essere come prima.»

Con Fiore di roccia Ilaria Tuti celebra il coraggio e la resilienza delle donne, la capacità di abnegazione di contadine umili ma forti nel desiderio di pace e pronte a sacrificarsi per aiutare i militari al fronte durante la Prima guerra mondiale. La Storia si è dimenticata delle Portatrici per molto tempo. Questo romanzo le restituisce per ciò che erano e sono: indimenticabili.

Ilaria Tuti vive a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. Appassionata di pittura, nel tempo libero ha fatto l’illustratrice per una piccola casa editrice. Nel 2014 ha vinto il Premio Gran Giallo Città di Cattolica. Il thriller Fiori sopra l’inferno, edito da Longanesi nel 2018, è il suo libro d’esordio. Il secondo romanzo, Ninfa dormiente, è del 2019 e sempre edito da Longanesi. Entrambi vedono come protagonisti il commissario Teresa Battaglia, uno straordinario personaggio che ha conquistato editori e lettori in tutto il mondo, e soprattutto la terra natia dell’autrice, la sua storia, i suoi misteri. Con Fiore di roccia, e attraverso la voce di Agata Primus, Ilaria Tuti celebra un vero e proprio atto d’amore per le sue montagne, dando vita a una storia profonda e autentica, illuminata dalla sensibilità di un’autrice matura e generosa.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutta la vita che vuoi / Enrico Galiano. – Milano, Garzanti, 2020

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Un solo attimo può contenere tutta la forza dell’infinito.

Tre ragazzi. Ventiquattr’ore. Una macchina rubata. Una fuga. Una promessa. Perché ci sono attimi che contengono la forza di una vita intera. Così intensi da sembrare infiniti. È un susseguirsi di quei momenti che Filippo Maria vive il giorno in cui, per la prima volta, riesce a rispondere a tono al professore di fisica che lo umilia da sempre. Appena fuggito da scuola vuole solo raggiungere Giorgio, il suo migliore amico che, immobile di fronte a una chiesa, si chiede perché non sia ancora riuscito a piangere al funerale del fratello. Poco dopo incontrano una ragazza che corre a perdifiato: è Clo. Basta uno scambio di sguardi e i tre si capiscono, si riconoscono, si scelgono. La voglia di vivere e di cambiare che hanno dentro è palpabile, impressa nei loro volti. Si scambiano una promessa: ognuno di loro farà quell’unica fondamentale cosa che, di lì a vent’anni, si pentirebbe di non aver fatto. Anzi, lo faranno insieme: Clo sa come aiutarli. Basta scrivere su un biglietto cosa li renderebbe felici. Lei ne ha uno zaino pieno, di motivi per cui vale la pena vivere: le nuvole quando sembrano panna o l’odore della carta di un libro… Ora spetta a Giorgio e Filippo trovare il loro motivo speciale per cominciare a vivere senza forse, senza dubbi, senza incertezze. Ma non sempre chi ci è accanto è sincero del tutto. Clo non riesce a condividere con loro la sua più grande speranza per il futuro. Perché a diciassette anni è difficile lasciarsi guardare dentro e credere che esista qualcuno pronto ad ascoltare i segreti che non siamo pronti a rivelare. Per farlo non bisogna temere che la felicità arrivi per davvero e afferrarla.

L’esordio di Enrico Galiano, Eppure cadiamo felici, è stato il libro rivelazione del 2017: dopo aver dominato le classifiche è ora in corso di pubblicazione in diversi paesi europei e ne sono stati acquisiti i diritti cinematografici. Il plauso di stampa e lettori è stato unanime e l’autore è sempre più un «professore celebrità» in rete. Nel suo nuovo romanzo i tre protagonisti parlano di loro stessi, delle loro paure, delle loro speranze e imparano che per sentirsi vivi c’è solo una cosa da fare: mettersi in gioco, rischiare qualcosa di vero.

Enrico Galiano è nato a Pordenone nel 1977. Insegnante in una scuola di periferia, ha creato la webserie Cose da prof, che ha superato i venti milioni di visualizzazioni su Facebook. Ha dato il via al movimento dei #poeteppisti, flashmob di studenti che imbrattano le città di poesie. Nel 2015 è stato inserito nella lista dei 100 migliori insegnanti d’Italia dal sito Masterprof.it. Il segreto di un buon insegnante per lui è: «Non ti ascoltano, se tu per primo non li ascolti». Ogni tanto prende la sua bicicletta e se ne va in giro per il mondo con uno zaino, una penna e tanta voglia di stupore. Il suo romanzo d’esordio, Eppure cadiamo felici, in corso di traduzione in tutta Europa, è stato il libro rivelazione del 2017 e ha vinto il Premio internazionale Città di Como come migliore opera prima e il Premio cultura mediterranea. Con Garzanti ha pubblicato anche Tutta la vita che vuoi (2018), Più forte di ogni addio (2019), Dormi stanotte sul mio cuore (2020) e il libro illustrato Basta un attimo per tornare bambini (2019) in collaborazione con Sara Di Francescantonio.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dormi stanotte sul mio cuore / Enrico Galiano. – Milano, Garzanti, 2020

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«Enrico Galiano sa guardare in fondo al cuore degli adolescenti.» (Io Donna – Cristina Lacava)
«I suoi libri finiscono sempre in classifica.» (Robinsonla Repubblica – Ilaria Zaffiro)
«Un autore tradotto in tutta Europa.» (Elle)

 Ricordati di fare ciò che ti fa sentire vivo.

 Mia sa che può sempre contare su Margherita, la sua maestra delle elementari che, negli anni, è diventata anche la sua migliore amica. Nello strambo quaderno che custodisce in un cassetto di casa ci sono scritte tante piccole meraviglie, che sono anche tante grandi risposte. È lei a spiegarle che il cuore di una tartaruga batte sei volte al minuto, quello di un colibrì seicento. E che ogni cuore, quindi, segue il suo tempo. Ma c’è una domanda a cui Margherita non sa rispondere: «Perché Fede è andato via?». Fede è il ragazzo che la famiglia di Mia ha preso in affido. Fede non voleva parlare con nessuno, ma ha scelto lei come unica confidente. Fede, con i testi delle canzoni, le ha insegnato cose che lei non ha mai saputo. Fede l’ha stretta nel primo abbraccio in cui si è sentita al sicuro e davvero felice. Fede l’ha ascoltata e capita come nessuno mai. Da quando non ha più sue notizie, Mia non riesce ad avvicinarsi alle persone, non riesce nemmeno a sfiorarle. Mentre il mondo e la storia si inseguono e si intrecciano, lei si è chiusa in un guscio più duro dell’acciaio. E non vuole più uscire.
Ma se non si affronta un nemico, il rischio è che diventi sempre più forte, persino invincibile. Se non si va oltre l’apparenza non si conosce la realtà. Anche se provare a farlo è un’enorme fatica; anche se ci vuole molto tempo. Perché, come dice Margherita, ogni cuore ha la sua velocità: non importa chi arriva primo, basta godersi la strada verso il traguardo.

Torna il professore che è dalla parte dei ragazzi e amato dai genitori. Il professore che dà voce a un’intera generazione di adolescenti. Per la stampa e la televisione è una figura di riferimento. Dopo i bestseller Eppure cadiamo felici, Tutta la vita che vuoi e Più forte di ogni addio, un nuovo libro pronto a lasciare il segno. Bisogna fidarsi dell’istinto e credere al proprio cuore. Ovunque ci conduca, vale la pena di seguirlo.

Enrico Galiano è nato a Pordenone nel 1977. Insegnante in una scuola di periferia, ha creato la webserie Cose da prof, che ha superato i venti milioni di visualizzazioni su Facebook. Ha dato il via al movimento dei #poeteppisti, flashmob di studenti che imbrattano le città di poesie. Nel 2015 è stato inserito nella lista dei 100 migliori insegnanti d’Italia dal sito Masterprof.it. Il segreto di un buon insegnante per lui è: «Non ti ascoltano, se tu per primo non li ascolti». Ogni tanto prende la sua bicicletta e se ne va in giro per il mondo con uno zaino, una penna e tanta voglia di stupore. Il suo romanzo d’esordio, Eppure cadiamo felici, in corso di traduzione in tutta Europa, è stato il libro rivelazione del 2017 e ha vinto il Premio internazionale Città di Como come migliore opera prima e il Premio cultura mediterranea. Con Garzanti ha pubblicato anche Tutta la vita che vuoi (2018), Più forte di ogni addio (2019), Dormi stanotte sul mio cuore (2020) e il libro illustrato Basta un attimo per tornare bambini (2019) in collaborazione con Sara Di Francescantonio.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le ragazze non devono parlare / Mary Higgins Clark. – Milano, Sperling & Kupfer, 2020

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Un’instancabile giornalista investigativa, un misterioso caso di molestie sessuali: qualcuno non vuole che la verità venga a galla… Quando la giornalista d’inchiesta Gina Kane riceve una misteriosa email in cui viene accusata REL News, rete televisiva tra le più quotate d’America, capisce subito di dover indagare su questa storia. A spedirgliela è una giovane ex dipendente, Cathy Ryan, che sostiene di aver subito abusi sessuali da uno dei suoi superiori e pare non essere stata l’unica. Gina non riuscirà mai a incontrare Cathy, che, poche settimane dopo, rimane vittima di un tragico incidente. Il suo istinto infallibile, però, le dice che questa vicenda è solo la punta di un gigantesco iceberg.
Per la celebre emittente televisiva è un momento delicatissimo: l’azienda ha avviato le procedure per la quotazione in borsa e non può permettersi alcuno scandalo. Così i vertici di REL affidano al loro avvocato, Michael Carter, il compito di risolvere la questione, offrendo alle vittime un risarcimento in denaro in cambio del silenzio. Man mano che emergono nuove accuse, i tentativi di impedire che la storia venga a galla devono fare i conti con la determinazione di Gina a scoprire la verità: la morte di Cathy è stata davvero un incidente? Quante altre donne sono coinvolte? Chi sono i responsabili? Quando un’altra ex dipendente viene trovata senza vita, la giornalista si rende conto che qualcuno sta facendo di tutto per proteggere la reputazione di un predatore sessuale. Contro la macchina da guerra architettata dall’azienda, c’è solo un’arma con cui difendersi: la verità.
L’ultimo romanzo di Mary Higgins Clark, recentemente scomparsa, è un thriller incalzante e avvincente, una storia quanto mai attuale nell’era del MeToo. Dalla parte delle donne e della giustizia.

Mary Higgins Clark è nata e cresciuta a New York (nel Bronx) nel 1927. Di origini irlandesi, è nota in tutto il mondo come la «regina del giallo americano». Mary Theresa Eleanor Higgins Clark ha raccontato di essersi «ammalata di scrittura» all’età di 7 anni, essendo gli irlandesi spesso «narratori nati». La sua vita è stata segnata da una serie di tragedie personali: a 11 morì il padre e a 15 anni dovette andare a lavorare per aiutare a mantenere la famiglia; sposata a Warren Clark, restò vedova a 35 anni. Dopo diversi rifiuti, nel 1975 riuscì a pubblicare il suo primo libro, Dove sono i bambini, diventato presto un libro molto amato. È stata autrice di numerosissimi bestseller, in Italia editi da Sperling & Kupfer, come Un colpo al cuore (2008), La culla vuota (2008), La figlia prediletta (2009), Dimmi dove sei (2009), Due bambine in blu (2010), e dell’autobiografia Una luce nella notte (2006). Ha firmato cinque mystery assieme alla figlia Carol. Ex presidente della Mystery Writers of America, ha diviso il tempo tra l’attività di scrittrice e quella di nonna di molti nipoti. Ha inoltre vinto il Premio Agatha Christie alla carriera. Nel 2017 è uscito La sposa era vestita di bianco, scritto a quattro mani con Alafair Burke, e nel 2019 Sperling & Kupfer ha tradotto L’ultimo ballo e un secondo romanzo – Non chiudere gli occhi -, ancora scritto con Alafair Burke, figlia del celebre scrittore James Lee Burke. La notizia della sua scomparsa è stata data «con grande tristezza» dal suo editore Carolyn K. Reidy, AD di Simon & Schuster, specificando che l’autrice di decine di bestseller si è spenta il 31 gennaio 2020 in Florida per “complicazioni legate all’età anziana”.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ultima storia / John Grisham. – Milano, A. Mondadori, 2020

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 È piena estate e a Camino Island sta per abbattersi un uragano di proporzioni allarmanti. Il governatore della Florida ordina a tutti gli abitanti l’immediata evacuazione dell’isola. La maggior parte fugge sulla terraferma, ma Bruce Cable, noto libraio e collezionista di libri antichi, nonché animatore della vita culturale dell’isola, decide di rimanere sul posto. Come previsto, l’uragano devasta ogni cosa, abbattendo alberi e danneggiando gravemente abitazioni, alberghi e negozi, e purtroppo ci sono delle vittime. Tra queste Nelson Kerr, un noto scrittore di thriller amico di Bruce. Ma la furia della tempesta non sembra essere stata la causa della sua morte. I numerosi colpi alla testa farebbero pensare a ben altro. Chi può aver voluto Nelson morto? La polizia locale non è solita occuparsi di omicidi, meno che mai in un momento di emergenza come questo, e Bruce inizia la sua personale indagine. E se la morte dell’amico fosse legata in qualche modo ai suoi romanzi, e soprattutto all’ultimo romanzo, ancora inedito e custodito nel suo computer? Quello che Bruce scoprirà è molto più sconvolgente dei colpi di scena delle storie di Nelson Kerr.

L’ultima storia segna l’avvincente ritorno di John Grisham al mystery, dopo il felice esordio de Il caso Fitzgerald, che ancora una volta trascina il lettore in una nuova e appassionante avventura.

John Grisham è uno scrittore statunitense. Laureatosi in legge, per anni è stato avvocato penalista. Ha ricoperto incarichi politici come membro della Mississippi House of Representatives. Con il romanzo Il socio (Mondadori 1992, adattato per il cinema nel 1993 da Sydney Pollack), ha rinnovato le fortune del genere legal-thriller, o più precisamente del courtroom-thriller, cioè il romanzo giallo d’ambientazione giudiziaria. A questa formula l’autore è rimasto fedele anche nei molti romanzi successivi, spesso all’origine di popolari film: Il rapporto Pelican  (1992), la cui versione cinematografica venne realizzata nel 1993 da Alan J. Pakula; Il momento di uccidere (1992); L’uomo della pioggia (1995), portato sullo schermo nel 1997 da Francis Ford Coppola; La giuria (1996); Il partner (1997). Tra i romanzi pubblicati recentemente in Italia si ricordano: Il professionista (2007), Io confesso (2010), I contendenti (2011), The Racketeer (2013), I segrety di Gray Mountain (2014), Theodore Boone. Il fuggitivo, L’avvocato canaglia (entrambi del 2015), L’informatore (2016), Il cliente (2016), Il caso Fitzgerald (2017), La grande truffa (2018), La resa dei conti (2018), L’avvocato degli innocenti (2019) e L’ultima storia (2020). L’editore italiano di riferimento è Mondadori. Nel 2002 vince il prestigioso Raymond Chandler Award, il premio letterario istituito da Irene Bignardi nel 1996 in collaborazione con il Raymond Chandler Estate dedicato alla scrittura noir che ogni anno laurea un maestro del genere.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ali d’argento / Camilla Läckberg. – Venezia, Marsilio, 2020

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Grazie a un piano raffinato e crudele, Faye si è lasciata alle spalle il tradimento e le umiliazioni inflitte dall’ormai ex marito Jack e sembra aver ripreso in mano le redini della propria esistenza: è una donna autonoma, si è rifatta una vita all’estero, Jack è in prigione e la società da lei fondata, la Revenge, va a gonfie vele. Ma nuove sfide potrebbero incrinare la sua serenità così faticosamente conquistata. Sull’azienda e sul lancio del marchio Revenge negli Stati Uniti pesa una grave minaccia, tanto che Faye è costretta a rientrare a Stoccolma. Non può e non vuole rischiare di perdere tutto quello per cui ha tanto lottato. Questa volta, però, la determinazione non basta, e per risorgere dalle ceneri e riprendere il controllo della situazione ci vuole un piano ancora più diabolico. Così, con l’aiuto di un gruppo sceltissimo di donne, Faye torna a combattere per difendere ciò che è suo, e per proteggere se stessa e i propri cari.

Jean Edith Camilla Läckberg Eriksson è cresciuta a Fjällbacka, un paese sulla costa ovest della Svezia dove ambienta preferibilmente le sue storie e dove visse anche Ingrid Bergman.
Prima di diventare una delle più celebri e vendute autrici di polizieschi della Svezia, ha lavorato per diversi anni nel marketing. Oggi, madre di due figli, vive a Stoccolma dove continua a scrivere la sua fortunata serie tradotta in moltissimi paesi, che ha venduto finora nel mondo più di sei milioni di copie.
Dal primo episodio della serie (La principessa di ghiaccio, scritto nel 2002 ed edito in Italia da Marsilio nel 2010), vincitore in Francia del Grand Prix de Littérature Policière, viene realizzato un film, il primo di una serie di successo in Svezia. Tra gli altri titoli: PredikantenIl predicatore (2004, edito in Italia da Marsilio nel 2010), StenhuggarenLo scalpellino (2005, edito da Marsilio nel 2011), OlycksfågelnL’uccello del malaugurio (2006, Marsilio 2012), TyskungenIl bambino segreto (2007, Marsilio 2013), SjöjungfrunThe Mermaid (2008), Fyrvaktaren – Il guardiano del faro (2009, Marsilio 2014), Il segreto degli angeli (Marsilio, 2015), Tempesta di neve e profumo di mandorle (Marsilio, 2015), Il domatore di leoni (Marsilio, 2016) e Ali d’argento (Marsilio, 2020).

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una lettera per Sara / Maurizio De Giovanni. Milano, Rizzoli, 2020

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Torna Sara Morozzi, la donna invisibile di Maurizio de Giovanni che indaga sui misteri d’Italia.

«Con Sara Morozzi Maurizio de Giovanni riscrive al femminile il noir italiano» – la Repubblica

Mentre una timida primavera si affaccia sulla città, i fantasmi del passato tornano a regolare conti rimasti in sospeso, come colpi di coda di un inverno ostinato. Che aprile sia il più crudele dei mesi, l’ispettore Davide Pardo, a cui non ne va bene una, lo scopre una mattina al bancone del solito bar, trovandosi davanti il vicecommissario Angelo Fusco. Afflitto e fiaccato nel fisico, il vecchio superiore di Davide assomiglia proprio a uno spettro. È riapparso dall’ombra di giorni lontani perché vuole un favore. Antonino Lombardo, un detenuto che sta morendo, ha chiesto di incontrarlo e lui deve ottenere un colloquio. La procedura non è per niente ortodossa, il rito del caffè delle undici è andato in malora: così ci sono tutti gli estremi per tergiversare. E infatti Pardo esita. Esita, sbaglia, e succede un disastro. Per riparare al danno, il poliziotto si rivolge a Sara Morozzi, la donna invisibile che legge le labbra e interpreta il linguaggio del corpo, ex agente della più segreta unità dei Servizi. Dopo tanta sofferenza, nella vita di Sara è arrivata una stagione serena, ora che Viola, la compagna del figlio morto, le ha regalato un nipotino. Il nome di Lombardo, però, è il soffio di un vento gelido che colpisce a tradimento nel tepore di aprile, e lascia affiorare ricordi che sarebbe meglio dimenticare. In un viaggio a ritroso nel tempo, Maurizio de Giovanni dipana il filo dell’indagine più pericolosa, quella che scivola nei territori insidiosi della memoria collettiva e criminale di un intero Paese, per sciogliere il mistero di chi crediamo d’essere, e scoprire chi siamo davvero.

Maurizio De Giovanni è nato nel 1958 a Napoli, è autore della fortunata serie di romanzi con protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta, su cui è incentrato un ciclo di romanzi, tutti pubblicati da Einaudi, che comprende finora: Il senso del dolore (2007), La condanna del sangue (2008), Il posto di ognuno (2009), Il giorno dei morti (2010), Per mano mia (Einaudi, 2011), Vipera (2012, Premio Viareggio, Premio Camaiore), Anime di vetro (2015) Serenata senza nome (2016), Rondini d’inverno (2017) e Il purgatorio dell’angelo (2018). Insieme a Sergio Brancato ha pubblicato due graphic novel sulle indagini del commissario Ricciardi: Il senso del dolore. Le stagioni del commissario Ricciardi (Sergio Bonelli 2017) e La condanna del sangue. Le stagioni del commissario Ricciardi (Sergio Bonelli 2018). È anche autore di: Storie azzurre (Cento Autori, 2010), una raccolta di quattro racconti lunghi dedicati al Napoli, la sua squadra del cuore; Il metodo del Coccodrillo (Mondadori, 2012, Einaudi 2016; Premio Scerbanenco). Con I bastardi di Pizzofalcone (Einaudi 2013) ha inaugurato un nuovo ciclo contemporaneo, sempre pubblicato da Einaudi, continuato con Buio per i Bastardi di Pizzofalcone (2013), Gelo per i bastardi di Pizzofalcone (2014), Cuccioli per i bastardi di Pizzofalcone (2015), Pane per i bastardi di Pizzofalcone (2016), Souvenir per i bastardi di Pizzofalcone (2017) che vede protagonista la squadra investigativa di un commissariato partenopeo. Il suo racconto Un giorno di Settembre a Natale è incluso nella raccolta Regalo di Natale edita da Sellerio nel 2013. È uscita nel 2014 un’altra raccolta di racconti gialli dal titolo Giochi criminali dove il suo testo Febbre appare accanto a quelli di De Cataldo, De Silva e Lucarelli. Inoltre, il suo racconto Un telegramma da settembre è incluso nell’antologia Sellerio La scuola in giallo, del 2014. Nel 2015 pubblica Il resto della settimana (Rizzoli)e Skira Una domenica con il commissario Ricciardi (Skira). Nel 2017 partecipa con un suo contributo alla raccolta di saggi Attenti al Sud, edito da Piemme, e con Rizzoli pubblica I Guardiani. Del 2018 sono Sara al tramonto (Rizzoli) e Sbirre (Rizzoli), scritto in collaborazione con Massimo CarlottoGiancarlo De Cataldo. Nel 2019 pubblica per Sellerio Dodici rose a Settembre e nel 2020 per Rizzoli Una lettera per Sara.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La lettrice testarda / Amy Witting. – Milano, Garzanti, 2020

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Un romanzo di formazione sulla scoperta del proprio posto nel mondo. Una protagonista unica pronta a sfidare le convenzioni per decidere della propria vita in piena autonomia.

 «Un acume e uno stile grandiosi.» – The New Yorker

«Una prosa cristallina e una scrittura immaginifica.» – The Guardian

«Brillante, onesto e toccante.» – Kirkus Reviews

«Una prosa scintillante.» – A reader’s guide to Australian Fiction

Isobel ha nove anni e il suo compleanno si avvicina. Ma, come ogni volta, non ci saranno regali per lei. C’è solo una cosa che fa volare Isobel lontano dalle rigide regole che la famiglia le impone: leggere. Ma deve farlo di nascosto perché sua madre crede che non sia un’attività adatta a una bambina, che dovrebbe limitarsi a riordinare la casa e a preparare la cena. Isobel cresce alimentando la sua passione segreta di notte, alla luce di una flebile candela. Finché, a sedici anni, la sua vita non cambia radicalmente, quando è costretta a lasciare tutto, cercarsi un lavoro e una nuova sistemazione. È la prima volta che Isobel si scontra con il mondo. Con un mondo che non è solo la sua famiglia e il suo quartiere. È convinta di non avere gli strumenti per relazionarsi con gli altri. Le sembra di dire la cosa sbagliata, si sente fuori luogo. In fondo sua madre l’ha fatta sempre sentire così. Tanto che, quando incontra un gruppo di ragazzi che amano i libri come lei e passano le serate a discuterne, Isobel all’inizio rimane in silenzio. Ora che finalmente è in un contesto in cui può essere sé stessa, in cui può parlare liberamente di letteratura, ha paura. Ma piano piano le parole di Byron, Auden e Dostoevskij fanno breccia nelle sue insicurezze e le insegnano il coraggio di dire quello che pensa. Di far valere la propria opinione senza nascondere la cultura che si è costruita negli anni con le sue letture. Di aprire il cassetto in cui riposa il suo sogno. Il sogno di prendere una penna in mano e liberare quel flusso di parole che ha trattenuto per troppo tempo. Perché anche per una donna tutto è possibile.

Amy Witting è il nom de plume della scrittrice e poetessa Joan Austral Fraser. Nata a Sydney nel 1918, dedica la propria vita all’insegnamento della lingua inglese e francese nelle scuole secondarie, approdando alla narrativa in età matura. Considerata una delle più importanti autrici australiane e insignita dell’Order of Australia per la sua attività in campo letterario, muore a Sydney nel 2001. Mentre è in corso in tutto il mondo la riscoperta della sua opera, Garzanti pubblica per la prima volta in Italia La lettrice testarda (1989), il suo romanzo di maggior successo.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Città sommersa / Marta Barone. – Milano, Bompiani, 2020

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Nella dozzina del Premio Strega 2020

Il romanzo di un uomo, delle sue famiglie, delle sue appartenenze, la sua vita visitata con amore e pudore da una figlia per la quale il mondo si misura e si costruisce attraverso la parola letta e scritta.

«Città sommersa è un libro indispensabile» – Robinson

«Avrei voluto che questa storia me la raccontasse lui. Avrei voluto avere il tempo di sentirla. Ma in un certo senso sono consapevole che il libro esiste perché non c’è più l’uomo.»

Il ragazzo corre nella notte d’inverno, sotto la pioggia, scalzo, coperto di sangue non suo. Chiamiamolo L.B. e avviciniamoci a lui attraverso gli anni e gli eventi che conducono a quella notte. A guidarci è la voce di una giovane donna brusca, solitaria, appassionata di letteratura, e questo romanzo è memoria e cronaca del confronto con la scomparsa del padre, con ciò che è rimasto di un legame quasi felice nell’infanzia felice da figlia di genitori separati, poi fatalmente spinoso, e con la tardiva scoperta della vicenda giudiziaria che l’ha visto protagonista. Chi era quello sconosciuto, L.B., il giovane sempre dalla parte dei vinti, il medico operaio sempre alle prese con qualcuno da salvare, condannato al carcere per partecipazione a banda armata? E perché di quel tempo – anni prima della nascita dell’unica figlia – non ha mai voluto parlare? Testimonianze, archivi e faldoni, ricordi, rivelazioni lentamente compongono, come lastre mescolate di una lanterna magica, il ritratto di una persona complicata e contraddittoria che ha abitato un’epoca complicata e contraddittoria. Torino è il fondale della lotta politica quotidiana con le sue fatiche e le sue gioie, della rabbia, della speranza e del dolore, infine della violenza che dovrebbe assicurare la nascita di un avvenire radioso e invece fa implodere il sogno del mondo nuovo generando delusione e rovina. Il romanzo di un uomo, delle sue famiglie, delle sue appartenenze, la sua vita visitata con amore e pudore da una figlia per la quale il mondo si misura e si costruisce attraverso la parola letta e scritta.

Proposto per il Premio Strega 2020 da Enrico Deaglio: «Una giovane donna va in cerca di suo padre, morto di cancro quando era ragazza. Davanti a lei la Città, che un tempo era dominata dalla Fabbrica e dal suo sistema di vita, che nei caffè resiste sulle pareti con “la luce torbida delle carte dei cioccolatini”. Siamo a Torino e Marta Barone indaga sugli oscuri, violenti, ma anche felici Anni Settanta, di cui il padre è stato protagonista, testimone e vittima. “Città sommersa”, denso di pietas non immemore, è un esordio letterario fulminante.»

 Marta Barone è nata a Torino nel 1987, ha studiato Letterature comparate all’Università di Torino. Nel 2008 con Mondadori ha pubblicato Miriam delle cose perdute e nel 2011 I giardini degli altri. Con quest’ultimo romanzo ha vinto il Premio Pippi 2012 e il premio Città di Calimera dello stesso anno. Vive e lavora tra Como e Milano, scrivendo e collaborando con diverse riviste.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ragazzo italiano / Gian Arturo Ferrari. – Milano, Feltrinelli, 2020

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La vita di Ninni, figlio del dopoguerra, attraversa le durezze da prima rivoluzione industriale della provincia lombarda, il tramonto della civiltà rurale emiliana, l’esplosione di vita della Milano riformista. E insieme Ninni impara a conoscere le insidie degli affetti, la sofferenza, persino il dolore che si cela anche nei legami più prossimi. Da ragazzino, grazie alla nonna, scopre di poter fare leva sull’immenso continente di esperienze e di emozioni che i libri gli spalancano di fronte agli occhi. Divenuto consapevole di sé e della sua faticosa autonomia, il ragazzo si scava, all’insegna della curiosità e della volontà di sapere, quello che sarà il proprio posto nel mondo. Nella storia di “Ragazzo italiano” si riflette la storia dell’intero Paese, l’asprezza, la povertà, l’ansia di futuro, la vicenda di una generazione figlia della guerra ma determinata a proiettare progetti e sogni oltre quella tragedia. Un’Italia dove la scuola è la molla di promozione sociale, e l’avvenire è affollato di attese e promesse. Un’Italia ancora viva nella memoria profonda del Paese, nelle peripezie familiari di tanti italiani. Ferrari le restituisce corpo e respiro senza indulgenze né compiacimenti, con uno stile cristallino e austero, non di rado crudo, con un timbro di coraggiosa sincerità. Capace di esprimere la freschezza del protagonista e di una moltitudine di personaggi lampeggianti di futuro.

Gian Arturo Ferrari affianca dal gennaio 2010 l’Amministratore Delegato Maurizio Costa nell’elaborazione delle strategie di sviluppo editoriale in Italia e all’estero, dopo aver guidato la Divisione Libri del Gruppo Mondadori dal 1997 al 2009. Dopo la laurea in Lettere Classiche all’Università di Pavia Ferrari si è dedicato, dal 1974 al 1989, all’insegnamento universitario come Professore Incaricato di Storia della Scienza e poi Associato di Storia del Pensiero Scientifico presso l’Università di Pavia. Ferrari ha maturato successivamente una forte esperienza in ambito editoriale e culturale, riconosciuta a livello internazionale; ha iniziato il proprio percorso professionale presso la casa editrice Boringhieri in qualità di assistente dell’editore. Successivamente Ferrari è diventato Direttore Libri alla Rizzoli, per poi entrare in Mondadori nel 1997. Dall’ottobre 2009 Ferrari è Presidente del Centro per il Libro e la Promozione della lettura istituito dal Consiglio dei Ministri. Nel 2020 esce per Feltrinelli Ragazzo Italiano.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giovanissimi / Alessio Forgione. – Milano, N N editore, 2020

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Marocco ha quattordici anni e vive con il padre a Soccavo, un quartiere di Napoli. La madre li ha abbandonati qualche anno prima, senza dare più notizie di sé, e lui vive quell’assenza come una ferita aperta, un dolore sordo che non dà pace. Frequenta il liceo con pessimi risultati e le sue giornate ruotano attorno agli allenamenti e alle trasferte: insieme a Gioiello, Fusco e Petrone è infatti una giovane promessa del calcio, ma nemmeno le vittorie sul campo riescono a placare la rabbia e il senso di vuoto che prova dentro. Finché non accadono due cose: l’arrivo di Serena, che gli porta un amore acerbo e magnifico, e la proposta di Lunno, il suo amico più caro, che mette in discussione tutte le sue certezze. Dopo l’esordio con “Napoli mon amour”, Alessio Forgione torna con un romanzo di prime volte, e ci racconta un mondo di ragazzini che crescono da soli,tra desideri di grandezza e delusioni repentine, piccoli crimini e grandi violenze, in attesa di scorgere il varco che conduce all’età adulta.

Alessio Forgione è nato a Napoli nel 1986. Scrive perché ama leggere e ama leggere perché crede che una sola vita non sia abbastanza. Il suo romanzo d’esordio, Napoli mon amour, ha vinto il Premio Berto 2019 e il Premio Intersezioni Italia-Russia; in corso di traduzione in Francia e Russia, verrà portato in scena al Teatro Mercadante di Napoli con la regia di Rosario Sparno.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutto chiede salvezza / romanzo di Daniele Mencarelli. Milano, A. Mondadori, 2020

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Finalista al Premio Strega 2020 – Vincitore del Premio Strega Giovani 2020

Dopo l’eccezionale vicenda editoriale del suo libro di esordio (premio Volponi, premio Severino Cesari opera prima, premio John Fante opera prima) Daniele Mencarelli torna con una intensa storia di sofferenza e speranza, interrogativi brucianti e luminosa scoperta.

“Salvezza. Per me. Per mia madre all’altro capo del telefono. Per tutti i figli e tutte le madri. E i padri. E tutti i fratelli di tutti i tempi passati e futuri. La mia malattia si chiama salvezza”

«Quando un poeta si mette a scrivere un romanzo e ha una storia fortissima da raccontare il risultato è un piccolo capolavoro» – Daria Bignardi

Ha vent’anni Daniele quando, in seguito a una violenta esplosione di rabbia, viene sottoposto a un TSO: trattamento sanitario obbligatorio. È il giugno del 1994, un’estate di Mondiali. Al suo fianco, i compagni di stanza del reparto psichiatria che passeranno con lui la settimana di internamento coatto: cinque uomini ai margini del mondo. Personaggi inquietanti e teneri, sconclusionati eppure saggi, travolti dalla vita esattamente come lui. Come lui incapaci di non soffrire, e di non amare a dismisura. Dagli occhi senza pace di Madonnina alla foto in bianco e nero della madre di Giorgio, dalla gioia feroce di Gianluca all’uccellino resuscitato di Mario. Sino al nulla spinto a forza dentro Alessandro. Accomunati dal ricovero e dal caldo asfissiante, interrogati da medici indifferenti, maneggiati da infermieri spaventati, Daniele e gli altri sentono nascere giorno dopo giorno un senso di fratellanza e un bisogno di sostegno reciproco mai provati. Nei precipizi della follia brilla un’umanità creaturale, a cui Mencarelli sa dare voce con una delicatezza e una potenza uniche.

Proposto per il Premio Strega 2020 da Maria Pia Ammirati: «Daniele Mencarelli ha cominciato come poeta, quando nel 2018 ha scritto il suo primo romanzo, “La casa degli sguardi”, ha portato nella narrativa la densità e la plasticità della parola poetica. Una parola che diventa discorso umano, sorretto dalle vibrazioni di una scrittura potente e creaturale. Con “Tutto chiede salvezza” Mencarelli conferma di essere uno scrittore unico e maturo. Partendo da un’esperienza personale – i sette giorni di Trattamento sanitario obbligatorio a cui è stato sottoposto quando aveva vent’anni – scandaglia il buio della malattia mentale alla conquista di un’umanità profonda e autentica, la sua e quella dei suoi compagni. La cura profonda non può che essere affidata alla parola, unico e salvifico “pharmakon”.»

Daniele Mencarelli nasce a Roma, nel 1974. Le sue poesie sono apparse su numerose riviste letterarie e in diverse antologie tra cui L’opera comune (Atelier) e I cercatori d’oro (clanDestino). Le sue raccolte principali sono: I giorni condivisi, (clanDestino, 2001), Guardia alta (La Vita felice, 2005). Con nottetempo ha pubblicato Bambino Gesù (vincitore del premio Città di Atri, finalista ai premi Luzi, Brancati, Montano, Frascati, Ceppo) nel 2010 e Figlio nel 2013. Sempre nel 2013 è uscito La Croce è una via, Edizioni della Meridiana, poesie sulla passione di Cristo. Il testo è stato rappresentato da Radio Vaticana per il Venerdì Santo del 2013. Nel 2015, per il festival PordenoneLegge con Lietocolle, è uscita Storia d’amore. Del 2018 è il suo primo romanzo La casa degli sguardi, Mondadori (premio Volponi, premio Severino Cesari opera prima, premio John Fante opera prima), nel 2020 esce sempre per Mondadori, Tutto chiede salvezza. Collabora scrivendo di cultura e società con quotidiani e riviste.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il passato non muore / romanzo di Lee Child. – Milano, Longanesi, 2020

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Jack Reacher non si è mai guardato indietro. Fino a ora.

Una sola legge, una sola giustizia: la sua.

Anche Jack Reacher va in vacanza. Ma le sue ferie sono diverse da quelle di tutti gli altri e, soprattutto, sono molto più pericolose. Partito per un tranquillo viaggio in auto dal Maine alla California, sulle orme dei grandi avventurieri americani, Reacher si ferma dopo pochi giorni. Il cartello che segnala la città in cui nacque suo padre accende la sua curiosità e lui decide di fare una deviazione. Quando però si rivolge all’impiegato degli uffici della cittadina per trovare la casa paterna, scopre che nessuno di nome Reacher ha mai vissuto lì. Jack sapeva che il padre era fuggito da quel posto e non era mai più tornato; possibile che invece non ci fosse mai stato? La sua famiglia può avergli mentito? E se l’ha fatto, perché? Contemporaneamente, poco distante, una giovane coppia canadese sta per vivere un incubo. Bloccati in uno strano motel in mezzo al nulla, i cui gestori sono fin troppo di­sponibili, i due ragazzi vengono intrappolati in un inquietante gioco tra vita e morte. Mentre Reacher cerca di fare chiarezza sui segreti della sua famiglia e i canadesi rischiano tutto, le due storie cominciano a intrecciarsi. La tensione aumenta pagina dopo pagina e la posta in gioco non è mai stata così alta, perché il passato non muore mai…

 Lee Child, pseudonimo di James R. Grant, è uno scrittore britannico di thriller. Dopo aver lavorato per vent’anni come autore di programmi televisivi, nel 1997 ha deciso di dedicarsi alla narrativa. Il suo primo romanzo, Zona pericolosa, vince l’Anthony Award per la miglior opera prima; il suo secondo romanzo, Destinazione Inferno, vince il W.H. Smith Thumping Good Read Award. Nel 1998 si trasferisce negli Stati Uniti. Vive tuttora a New York City. I suoi romanzi hanno tutti come protagonista il personaggio di Jack Reacher, un ex ufficiale della polizia militare statunitense che, dopo aver lasciato l’esercito, decide di iniziare una vita di vagabondaggi attraverso gli Stati Uniti, libero dai vincoli e dai condizionamenti del “sistema”. Duro come pochi e dotato di un innato senso di giustizia, Reacher si presenta come un cavaliere solitario di altri tempi, che pur non cercando guai è sempre pronto ad aiutare i più deboli e a correre in soccorso degli amici, per poi riprendere il suo cammino senza meta al termine di ogni avventura.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Febbre / romanzo di Jonathan Bazzi. – Roma, Fandango libri, 2019

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Jonathan ha 31 anni nel 2016, un giorno qualsiasi di gennaio gli viene la febbre e non va più via, una febbretta, costante, spossante, che lo ghiaccia quando esce, lo fa sudare di notte quasi nelle vene avesse acqua invece che sangue. Aspetta un mese, due, cerca di capire, fa analisi, ha pronta grazie alla rete un’infinità di autodiagnosi, pensa di avere una malattia incurabile, mortale, pensa di essere all’ultimo stadio. La sua paranoia continua fino al giorno in cui non arriva il test dell’HIV e la realtà si rivela: Jonathan è sieropositivo, non sta morendo, quasi è sollevato. A partire dal d-day che ha cambiato la sua vita con una diagnosi definitiva, l’autore ci accompagna indietro nel tempo, all’origine della sua storia, nella periferia in cui è cresciuto, Rozzano – o Rozzangeles il Bronx del Sud (di Milano), la terra di origine dei rapper, di Fedez e di Mahmood, il paese dei tossici, degli operai, delle famiglie venute dal Sud per lavori da poveri, dei tamarri, dei delinquenti, della gente seguita dagli assistenti sociali, dove le case sono alveari e gli affitti sono bassi, dove si parla un pidgin di milanese, siciliano e napoletano. Dai cui confini nessuno esce mai, nessuno studia, al massimo si fanno figli, si spaccia, si fa qualche furto e nel peggiore dei casi si muore. Figlio di genitori ragazzini che presto si separano, allevato da due coppie di nonni, cerca la sua personale via di salvezza e di riscatto, dalla predestinazione della periferia, dalla balbuzie, da tutte le cose sbagliate che incarna (colto, emotivo, omosessuale, ironico) e che lo rendono diverso.

Jonathan Bazzi è nato a Milano nel 1985. Cresciuto a Rozzano, estrema periferia sud della città, è laureato in Filosofia. Appassionato di tradizione letteraria femminile e questioni di genere, ha collaborato con varie testate e magazine, tra cui Gay.it, Vice, The Vision, Il Fatto.it. Alla fine del 2016 ha deciso di parlare pubblicamente della sua sieropositività con un articolo (“Ho l’HIV e per proteggermi vi racconterò tutto”) diffuso in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La notte del Quarto Stato / Giorgio Montanari. – Viareggio (LU), Giovane Holden edizioni, 2018

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Biografia romanzata del pittore Giuseppe Pellizza di Volpedo autore del celebre dipinto Il Quarto Stato. La tela, esposta alla Quadriennale di Torino nel 1902, non ottenne alcun riconoscimento e rimase invenduta scatenando la profonda crisi artistica e umana del maestro. Attraverso il carteggio e i diari dell’artista, il romanzo tratteggia sulla pagina, come fosse la tela di un suo dipinto, le emozioni, le ossessioni, gli affetti, la famiglia, l’amore per il suo paese, il dolore per la perdita dei suoi cari, la delusione e la sofferenza per la sconfitta della sua opera più grande, un capolavoro costatogli dieci anni di vita, che sarebbe diventato un simbolo per i posteri. Sullo sfondo, la struggente storia d’amore tra l’artista e la giovanissima moglie, Teresa Bidone. Senza istruzione scolastica, la donna seppe comunque stare accanto al marito, consigliarlo, incoraggiarlo nei lunghi anni di gestazione del quadro e in quelli che seguirono, segnati da incomprensione e delusione.

Un romanzo a più voci, quella del protagonista su tutte ma anche quelle dei volpedesi, utilizzati come modelli per il dipinto, che saltano fuori dalla tela e si uniscono alla narrazione interagendo con il lettore in modo diretto. La scelta stilistica volutamente arcaica, nel rispetto di una ambientazione fine Ottocento inizi Novecento; a tratti la prosa diventa poesia, le parole macchie di colore. Giorgio Montanari riesce a dipingere la quotidianità domestica, scandita dai picchi di genialità dell’io narrante-artista e dà alla vicenda umana e artistica di Giuseppe Pellizza di Volpedo la dignità di un inno alla libertà di espressione, alla gioia di diffondere un messaggio sociale attraverso l’arte figurativa grazie a un capolavoro senza tempo.

 Giorgio Montanari è nato a Soave, Verona. Vive e lavora a Desenzano del Garda, Brescia. Ha pubblicato racconti su riviste e miscellanee. Nero è il suo primo romanzo, vincitore del Premio Casentino 2017. Con La notte del Quarto Stato, biografia romanzata del pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo, ha vinto a Viareggio il premio Bukowski 2017. Oltre a scrivere, dipinge.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In Italia sono tutti maschi / [romanzo a fumetti di] Luca de Sanctis, Sara Colaone. – Quartu S.Elena (CA), Oblomov, 2019

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Nel 1938 l’Italia fascista promulgava le sue leggi razziali. A differenza di quelle tedesche, non menzionavano particolari provvedimenti contro gli omosessuali. In Italia, infatti, erano tutti maschi, attivi, virili e poco inclini a tali debolezze. Queste furono le parole con cui Mussolini liquidò ufficialmente la questione. Sappiamo invece che fu attuata una fitta repressione e che dal 1938 al 1942 circa 300 omosessuali italiani vennero mandati al confino. Pochi ex-confinati omosessuali accettarono in seguito di parlare della repressione subita e i pochi che lo fecero preferirono nascondere la propria identità e il proprio volto. La narrazione prende l’avvio da questi fatti e si ispira alla figura di uno dei testimoni di questa vicenda.

Luca de Sanctis. Sceneggiatore e saggista di studi di genere, vincitore del Premio Troisi, ha lavorato come autore in teatro e in TV. Con Sara Colaone ha pubblicato la graphic novel Ariston (Oblomov 2018) e In Italia sono tutti maschi (Oblomov 2019). Nel frattempo ha scritto saggi sulla rappresentazione LGBT nella storia dei videogiochi.

Sara Colaone. Autrice di fumetti e illustratrice, fra i suoi graphic novel ricordiamo Leda, che solo amore e luce ha per confine, Gran Guinigi come Miglior disegnatrice a Lucca Comics & Games 2017, Ciao ciao Bambina, Ariston, scritto da Luca de Santis (Oblomov 2018) e In Italia sono tutti maschi, sempre scritto con Luca de Santis (Oblomov 2019). Ha illustrato per “Internazionale”, “24 Magazine”, “Le Monde diplomatique”, “Rivista il Mulino”. Collabora con le maggiori case editrici italiane del settore educativo e insegna Disegno all’Accademia di Belle Arti di Bologna.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Almarina / Valeria Parrella. – Torino, Einaudi, 2019

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Può una prigione rendere libero chi vi entra? Elisabetta insegna matematica nel carcere minorile di Nisida. Ogni mattina la sbarra si alza, la borsa finisce in un armadietto chiuso a chiave insieme a tutti i pensieri e inizia un tempo sospeso, un’isola nell’isola dove le colpe possono finalmente sciogliersi e sparire. Almarina è un’allieva nuova, ce la mette tutta ma i conti non le tornano: in quell’aula, se alzi gli occhi vedi l’orizzonte ma dalla porta non ti lasciano uscire. La libertà di due solitudini raccontata da una voce calda, intima, politica, capace di schiudere la testa e il cuore. Esiste un’isola nel Mediterraneo dove i ragazzi non scendono mai a mare. Ormeggiata come un vascello, Nisida è un carcere sull’acqua, ed è lì che Elisabetta Maiorano insegna matematica a un gruppo di giovani detenuti. Ha cinquant’anni, vive sola, e ogni giorno una guardia le apre il cancello chiudendo Napoli alle spalle: in quella piccola aula senza sbarre lei prova a imbastire il futuro. Ma in classe un giorno arriva Almarina, allora la luce cambia e illumina un nuovo orizzonte. Il labirinto inestricabile della burocrazia, i lutti inaspettati, le notti insonni, rivelano l’altra loro possibilità: essere un punto di partenza. Nella speranza che un giorno, quando questi ragazzi avranno scontato la loro pena, ci siano nuove pagine da riempire, bianche «come il bucato steso alle terrazze». Questo romanzo limpido e intenso forse è una piccola storia d’amore, forse una grande lezione sulla possibilità di non fermarsi. Di espiare, dimenticare, ricominciare. «Vederli andare via è la cosa più difficile, perché: dove andranno. Sono ancora così piccoli, e torneranno da dove sono venuti, e dove sono venuti è il motivo per cui stanno qui».

Valeria Parrella. Scrittrice italiana, si è laureata in Lettere Moderne all’Università di Napoli con una tesi in glottologia. In seguito si è specializzata come interprete della Lingua Italiana dei Segni e ha lavorato all’E.N.S. di Napoli, dove vive. Ha esordito nel 2003 con una raccolta di sei racconti intitolati Mosca più balena edita dalla casa editrice Minimum Fax con la quale ha vinto il Premio Campiello Opera Prima.
Diversi racconti della giovane autrice sono apparsi nell’antologia Pensa alla salute pubblicata da l’ancora del mediterraneo nel 2004. Sempre nel 2004 ha pubblicato nell’antologia La qualità dell’aria il suo racconto Verissimo e nel 2005 un’altra raccolta di racconti, Per grazia ricevuta, libro arrivato tra i cinque finalisti al Premio Strega dello stesso anno e vincitore del Premio Renato Fucini per la miglior raccolta di racconti. Nel 2007 pubblica con Bompiani Il Verdetto. Nel 2008 pubblica con Einaudi il suo primo romanzo, Lo spazio bianco, da cui Francesca Comencini ha tratto l’omonimo film. Per Rizzoli ha pubblicato Ma quale amore (2010), seguito da Lettera di dimissioni (Einaudi 2011) e Tempo di imparare (Einaudi 2014). È autrice dei testi teatrali Il verdetto (Bompiani 2007), Tre terzi (Einaudi 2009, insieme a Diego De Silva e Antonio Pascale), Ciao maschio (Bompiani 2009), Antigone (Einaudi 2012), Euridice e Orfeo (Bompiani, 2015) e Dalla parte di Zeno (Teatro Nazionale di Napoli, 2016). Per Ricordi, in apertura della stagione sinfonica al Teatro San Carlo, ha firmato nel 2011 il libretto Terra su musica di Luca Francesconi. Ha inoltre curato la riedizione italiana de Il Fiume di Rumer Godden (Bompiani 2012). Da anni si occupa della rubrica dei libri di «Grazia» e collabora con «La Repubblica». Nel 2019 pubblica con Einaudi Almarina.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La nuova stagione / Silvia Ballestra. – Milano, Bompiani, 2019

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Nella dozzina del Premio Strega 2020

Silvia Ballestra scrive un romanzo attualissimo e antico, come i luoghi dove è nata, cui dedica pagine di graffiante umorismo ma al tempo stesso piene della nostalgia e dello stupore di chi sente iniziare una nuova stagione.

Dopo quello che era successo, un nuovo affetto ci legava a quei posti. Una volontà di cura, di protezione, di conoscenza.

Si narra che la Sibilla, adirata contro le fate che si attardavano a ballare il salterello con i pastori, avrebbe scagliato loro le pietre che divennero poi il paese di Arquata del Tronto: pietre destinate a rotolare di nuovo, drammaticamente, durante il terremoto. Le sorelle Nadia e Olga si sentono a casa proprio qui, in questa terra che si muove, e che scendendo dai monti Sibillini verso il mare si fa campagna. Il loro papà ha trascorso la vita coltivando i campi, perciò ancora oggi la famiglia viene trattata con rispetto. Ma adesso tutto è cambiato. L’amore e il lavoro hanno portato Olga e Nadia lontano, i figli sono cittadini del mondo. La gente vuole fragole e susine anche a gennaio. È una nuova stagione. Ed è tempo di separarsi dalla terra. Inizia per le sorelle un viaggio a ritroso, nella memoria, e uno reale, attraverso gli incredibili colloqui con i possibili acquirenti del terreno, ex mezzadri arricchiti o emissari di multinazionali della frutta; tutti maschi, tutti ambigui, tutti apparentemente incapaci di capire quanto male facciano le radici quando bisogna tagliarle. È davvero tutto immutabile nell’avvicendarsi delle generazioni, dei raccolti? Possiamo ancora sperare di lasciare questo pianeta un po’ migliore di come lo abbiamo ricevuto?

Proposto per il Premio Strega 2020 da Loredana Lipperini: «”La nuova stagione” non è soltanto un romanzo sul territorio, le Marche della bellezza pagana, delle leggende legate a santi e sibille e del terremoto, ma è una storia di mutazione insieme generazionale e sociale che si incarna nelle due protagoniste, Nadia e Olga, e nei loro tentativi di vendere la terra ereditata dal padre. È un romanzo di radici, certo, e di come, per quanto ci si possa allontanare per giovinezza, amore, scelte lavorative, si verrà comunque richiamati prima o poi indietro. Ma è anche un romanzo che racconta il cambiamento nel mondo agricolo della post-mezzadria e delle multinazionali, l’espansione delle monoculture intensive, il regno surreale di una burocrazia paralizzante. Non c’è l’idillio nella scelta stilistica di Ballestra: c’è l’ironia, il gusto del paradosso, come nel racconto dell’odissea delle sorelle per disfarsi delle palme di proprietà, c’è l’attenzione per le vite piccole, le figure sullo sfondo degli affreschi che non vengono quasi mai narrate. C’è, anche, la nostalgia per come si cambia: “Dunque era questo, il diventare definitivamente adulte (…) Disperarsi per una lettera di esproprio invece che per una lettera d’amore finito”. C’è, infine, una lingua particolarissima, che ingloba il dialetto incastonandolo in una scrittura di divertita e antica bellezza, come le terre in cui nasce, e che canta: prova di maturità e insieme di immutata capacità di meraviglia da parte di una delle scrittrici italiane più importanti e più attente alle nostre nuove stagioni, letterarie e civili.»

Silvia Ballestra. Ha esordito nel 1990 nell’antologia “Papergang – Under 25 vol.3,” a cura di Pier Vittorio Tondelli, ed è autrice di vari romanzi, raccolte di racconti, saggi e traduzioni pubblicati a partire dal 1991. Molti dei suoi libri sono stati tradotti in varie lingue. Laureata in Lingue e Letterature straniere, vive e lavora a Milano. Il suo libro d’esordio è Compleanno dell’iguana (1991), salutato da un vasto successo e tradotto in varie lingue. Vi compariva per la prima volta il personaggio di Antò Lo Purk, un ragazzo abruzzese che non riesce a sopportare l’angustia di Pescara e si trasferisce prima a Bologna poi a Berlino, per scoprire ovunque la stessa frustrazione. Seguí La guerra degli Antò (1992), poi la raccolta di racconti Gli orsi (1994), il libro-conversazione con la scrittrice Joyce Lussu Joyce L. Una vita contro e, a partire dal 1998, la cosiddetta «trilogia di Nina» (La giovinezza della signorina N.N., 1998; Nina, 2001; Il compagno di mezzanotte, 2002). Nel 2003 è uscita la raccolta di racconti Senza gli orsi. Tutto su mia nonna è il suo primo libro pubblicato per Einaudi Stile libero, mentre negli ET è stato ripubblicato La guerra degli Antò. Dai due primi libri Riccardo Milani ha tratto un film, La guerra degli Antò (1999).

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il metodo Catalanotti / Andrea Camilleri. Palermo, Sellerio, 2018

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Il commissario Montalbano crede di muoversi dentro una storia. Si accorge di essere finito in una storia diversa. E si ritrova alla fine in un altro romanzo, ingegnosamente apparentato con le storie dentro le quali si è trovato prima a peregrinare. È un gioco di specchi che si rifrange sulla trama di un giallo, improbabile in apparenza e invece esatto: poco incline ad accomodarsi nella gabbia del genere, dati i diversi e collaborativi gradi di responsabilità, di chi muore e di chi uccide, in una situazione imponderabile e squisitamente ironica. Tutto accade in una Vigàta, che non è risparmiata dai drammi familiari della disoccupazione; e dalle violenze domestiche. La passione civile avvampa di sdegno il commissario, che ricorre a una «farfantaria» per togliere dai guai una giovane coppia di disoccupati colpevoli solo di voler metter su una famiglia. Per quanto impegnato in più fronti, Montalbano tiene tutto sotto controllo. Le indagini lo portano a occuparsi dell’attività esaltante di una compagnia di teatro amatoriale che, fra i componenti del direttorio, annovera Carmelo Catalanotti: figura complessa, e segreta, di artista e di usuraio insieme; e in quanto regista, sperimentatore di un metodo di recitazione traumatico, fondato non sulla mimèsi delle azioni sceniche, ma sull’identificazione delle passioni più oscure degli attori con il similvero della recita. Catalanotti ha una sua cultura teatrale aggiornata sulle avanguardie del Novecento. È convinto del primato del testo. E della necessità di lavorare sull’attore, indotto a confrontarsi con le sue verità più profonde ed estreme. Il romanzo intreccia racconto e passione teatrale. Nel corso delle indagini, Montalbano ha la rivelazione di un amore improvviso, che gli scatena una dolcezza irrequieta di vita: un recupero di giovinezza negli anni tardi. Livia è lontana, assente. Sulla bella malinconia del commissario si chiude questo possente romanzo dedicato alla passione per il teatro (che è quella stessa dell’autore) e alla passione amorosa. Un romanzo, tecnicamente suggestivo, che una relazione dirompente racconta in modo da farle raggiungere il più alto grado di combustione nei versi di una personale antologia di poeti; e, all’interno della sua storia, traspone i racconti dei personaggi in colonne visive messe in moviola perché il commissario possa farle scorrere e rallentare a suo piacimento (Salvatore Silvano Nigro).

Andrea Camilleri è nato a Porto Empedocle (Agrigento) e ha vissuto per anni a Roma. Dal 1939 al 1943, dopo un periodo in un collegio da cui viene espulso, studia ad Agrigento al Liceo Classico Empedocle dove ottiene la maturità classica senza dover sostenere l’esame a causa dell’imminente sbarco degli alleati in Sicilia. A giugno inizia, come ricorda lo scrittore, “una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di paura”.  S’iscrive all’Università (Facoltà di lettere) ma non si laureerà mai. Si iscrive anche al Partito Comunista.

Inizia a pubblicare racconti e poesie e vince il Premio St Vincent. Dal 1948 al 1950 studia regia all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e inizia la sua attività di sceneggiatore e regista. Perde un concorso per diventare funzionario Rai, ma dopo qualche anno inizia a lavorarvi.
Nel 1958 porta in Italia il teatro dell’assurdo di Beckett con Finale di partita, prima al teatro dei Satiri di Roma e poi in televisione con Adolfo Celi e Renato Rascel. Insegna al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.  Molte le produzioni Rai di cui si occupa, particolarmente famosi gli sceneggiati del tenente Sheridan con Ubaldo Lay e “Le inchieste del commissario Maigret” con Gino Cervi. Nel 1977 ottiene la cattedra di Istituzioni di Regia all’Accademia di Arte Drammatica. La manterrà per vent’anni.

L’esordio in narrativa è del 1978 con Il corso delle cose pubblicato da un editore a pagamento ed è un insuccesso. Nell’80 pubblica con Garzanti Un filo di fumo, il primo romanzo ambientato nell’immaginario paese di Vigàta e con questo romanzo vince il Premio Gela. Per 12 anni non escono più suoi romanzi. Nel 1992 pubblica per Sellerio La stagione della caccia. Nel 1994 con La forma dell’acqua dà vita al personaggio del commissario Montalbano, protagonista di una nutrita serie di romanzi. Da quel momento la sua produzione è molto ricca e il successo immenso.
Alla fine del 2002, accetta la nomina a direttore artistico del Teatro Comunale Regina Margherita di Racalmuto.  Nell’aprile 2003, in onore a Camilleri, il comune di Porto Empedocle assume come secondo nome «Vigàta». Il 4 settembre 2008 vince il premio de Novela Negra RBA con un inedito in lingua spagnola dal titolo La muerte de Amalia Sacerdote pubblicato in Spagna nell’ottobre 2008 ed in Italia nel 2009 con il titolo La rizzagliata. Tra i premi che gli sono stati conferiti ricordiamo il Premio Campiello 2011 alla Carriera e il Premio Chandler 2011 alla Carriera.

Tra le sue opere più recenti che non hanno come protagonista il commissario Montalbano: Il diavolo, certamente (2012), Dentro il labirinto (2012), Il tuttomio (2013), La rivoluzione della luna (2013), Come la penso (2013), Inseguendo un’ombra (2014), Segnali di fumo (Utet 2014), Il cielo rubato. Dossier Renoir (Skira 2014), Andrea Camilleri incontra Manuel Vázquez Montalbán (Skira 2014), La relazione (Mondadori 2015), Il quadro delle meraviglie. Scritti per teatro, radio, musica, cinema (Sellerio 2015), Le vichinghe volanti e altre storie d’amore a Vigàta (Sellerio 2015) Topiopì(Mondadori 2016), La cappella di famiglia e altre storie di Vigàta (Sellerio 2016), La mossa del cavallo (Sellerio 2017), La rete di protezione (Sellerio 2017), La targa (Rizzoli 2017), Esercizi di memoria (Rizzoli 2017). Tra il 2018 e il 2019 insieme ai romanzi della serie dedicata al commissario Montalbano, Il metodo Catalanotti e Il cuoco dell’Alcyon, (Sellerio) vengono pubblicati da Mondadori i suoi racconti gialli, Km 123, e da Salani i racconti illustrati con protagonisti gli animali, I tacchini non ringraziano, la pièce teatrale Conversazione su Tiresia (Sellerio) e i racconti dedicati alla sua casa di campagna a Porto Empedocle, La casina di campagna, del piccolo editore siciliano Henry Beyle.

Andrea Camilleri si è spento il 17 luglio 2019 all’età di 93 anni, dopo aver pubblicato più di cento libri, romanzi, saggi, opere teatrali, fumetti, poesie e dopo aver inventato un nuovo linguaggio, misto di italiano e siciliano. Nel 2003 è stato insignito, su iniziativa del Presidente della Repubblica, dell’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il caffè dei piccoli miracoli / Nicolas Barreau. – Milano, Feltrinelli, 2017

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Un romantico viaggio tra Parigi e Venezia. Un vecchio libro e una dedica: “Amor vincit omnia”. Un piccolo caffè dove tutto è possibile. Perché a volte bisogna sentirsi mancare la terra sotto i piedi per arrivare a toccare il cielo con un dito.

“Nicholas Barreau è il maestro della commedia sentimentale” – TTL La Stampa

Eléonore Delacourt ha venticinque anni e ama la lentezza. Invece di correre, passeggia. Invece di agire d’impulso, riflette. Invece di dichiarare il suo amore al professore di Filosofia alla Sorbonne, sogna. E non salirebbe mai e poi mai su un aereo, in nessuna circostanza. Timida e inguaribilmente romantica, Nelly adora i vecchi libri, crede nei presagi, piccoli messaggeri del destino, diffida degli uomini troppo belli e non è certo coraggiosa come l’adorata nonna bretone con cui è cresciuta, che le ha lasciato in eredità l’oggetto a lei più caro: un anello di granati con dentro una scritta in latino, “Amor vincit omnia”. Sicuramente, Nelly non è il tipo di persona che di punto in bianco ritira tutti i propri risparmi, compra una costosissima borsa rossa e in una fredda mattina di gennaio lascia Parigi in fretta e furia per saltare su un treno. Un treno diretto a Venezia. Ma a volte nella vita le cose, semplicemente, accadono. Cose come una brutta tosse e una delusione d’amore ancora più brutta. Cose come una frase enigmatica trovata dentro un vecchio libro della nonna, con accanto una certa citazione in latino…

Nicolas Barreau ha madre tedesca e padre francese, motivo per cui è perfettamente bilingue. Ha studiato Lingue e letterature romanze alla Sorbonne, ha lavorato in una piccola libreria sulla Rive Gauche e infine ha deciso di dedicarsi alla scrittura. Ha una passione per i ristoranti e la cucina, crede nel destino, è molto timido e riservato e non ama mostrarsi in pubblico, proprio come il misterioso scrittore descritto in Gli ingredienti segreti dell’amore (Feltrinelli 2011). I suoi tre romanzi, tutti pubblicati da un piccolo editore tedesco che non ha potuto permettersi di lanciarli con una massiccia campagna promozionale, hanno ottenuto un ottimo successo che, anno dopo anno, è cresciuto grazie al passaparola dei lettori. Gli ingredienti segreti dell’amore è un vero e proprio caso editoriale: in Germania ha avuto 5 ristampe a soli 6 mesi dalla pubblicazione ed è rimasto a lungo nella classifica dei bestseller di “Der Spiegel”. Tra gli altri suoi romanzi pubblicati da Feltrinelli ricordiamo: Con te fino alla fine del mondo (2012), Una sera a Parigi (2013), La ricetta del vero amore (2014), Parigi è sempre una buona idea (2015), La tigre azzurra (2016), Il caffè dei piccoli miracoli (2017), Lettere d’amore a Montmartre (2019).

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Daisy Miller / Henry James. – Venezia, Marsilio, 2017 [testo inglese a fronte]

Racconto tra i più letti di Henry James, “Daisy Miller” fu, quando uscì nel 1878, un immediato successo di scandalo, di volta in volta letto dai suoi detrattori e difensori come un oltraggio alle fanciulle americane o un’esaltazione della loro innocenza, come una rappresentazione diffamatoria dei connazionali all’estero o una parabola volta ad ammonirli sulle insidie del Grand Tour europeo. Nonostante la sua apparente leggerezza di commedia sentimentale, il racconto mostrava così la sua capacità di toccare alcuni nervi scoperti della cultura degli Stati Uniti a quel tempo, in bilico fra perdurante provincialismo da ex colonia e incipienti ambizioni di potenza globale. In più, con il suo comportamento e le conseguenze che ne derivano nel racconto, il personaggio di Daisy Miller metteva in questione la posizione sociale della donna, i modelli che ne definivano i ruoli, i rapporti di potere fra i generi in una società attraversata dai primi fermenti femministi. Il tutto in un miracoloso equilibrio fra la prosa scintillante e leggibile del primo James e la sottigliezza e l’ambivalenza che segneranno la sua fase più matura.

Henry James (1843-1916), il più importante romanziere nordamericano di fine Ottocento, nipote di un immigrante irlandese che aveva fatto fortuna negli Stati Uniti, borghese benestante e poliglotta, afflitto da una «oscura ferita» e da una occasionale balbuzie, aveva avuto una educazione cosmopolita in Europa sin dalla più tenera età e in Europa scelse di trascorrere la sua vita attiva di scrittore, dall’apprendistato che lo portò a conoscere e frequentare i romanzieri suoi contemporanei, alla maturità, quando egli stesso divenne un maestro per le più giovani generazioni. Morì da cittadino britannico durante la prima guerra mondiale, identificandosi, nelle sue allucinazioni, con Napoleone Bonaparte. Il grande scrittore di racconti e romanzi, da Daisy Miller al Giro di vite, da Ritratto di signora a Le ali della colomba e La coppa dorata, aveva fatto molto per posizionare, nel confronto con la società europea, il tipo nuovo, l’americano, e per dare dignità d’arte alla forma romanzesca. Moriva rispettato ma con scarso successo di pubblico, corteggiando il fantasma di una fama che solo il Novecento gli avrebbe riconosciuto a pieno.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lacci / Domenico Starnone. – Torino, Einaudi, 2014

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Che cosa lasciamo, quando lasciamo qualcuno? Una casa, una famiglia, il passato, un’idea di futuro, la nostra peggiore fotografia impressa a fuoco negli occhi di chi abbiamo amato. Passiamo la vita a spaccare vasi e incollare cocci illudendoci di essere nuovi di zecca. E cerchiamo di non guardare troppo indietro, perché il tempo dei bilanci è un tempo vano, ridicolo e struggente. Domenico Starnone ha scritto un libro intensissimo e vero. Il racconto a tre voci delle forze sotterranee che tengono in vita i matrimoni anche dopo l’amore.

«Se tu te ne sei scordato, egregio signore, te lo ricordo io: sono tua moglie». Si apre cosí la lettera che Vanda scrive al marito che se n’è andato di casa, lasciandola in preda a una tempesta di rabbia impotente e domande che non trovano risposta. Si sono sposati giovani all’inizio degli anni Sessanta, per desiderio di indipendenza, ma poi attorno a loro il mondo è cambiato, e ritrovarsi a trent’anni con una famiglia a carico è diventato un segno di arretratezza piú che di autonomia. Perciò adesso lui se ne sta a Roma, innamorato della grazia lieve di una sconosciuta con cui i giorni sono sempre gioiosi, e lei a Napoli con i figli, a misurare l’estensione del silenzio e il crescere dell’estraneità. Che cosa siamo disposti a sacrificare, pur di non sentirci in trappola? E che cosa perdiamo, quando scegliamo di tornare sui nostri passi? Perché niente è piú radicale dell’abbandono, ma niente è piú tenace di quei lacci invisibili che legano le persone le une alle altre. E a volte basta un gesto minimo per far riaffiorare quello che abbiamo provato a mettere da parte. Domenico Starnone ci regala una storia emozionante e fortissima, il racconto magistrale di una fuga, di un ritorno, di tutti i fallimenti, quelli che ci sembrano insuperabili e quelli che ci fanno compagnia per una vita intera.

Domenico Starnone ha insegnato a lungo nella scuola media superiore e si è occupato di didattica dell’italiano e della storia (Fonti orali e didattica, 1983). L’esperienza dell’insegnamento lo ha portato a scrivere Ex cattedra e altre storie di scuola, pubblicato originariamente alla fine degli anni ottanta, e Solo se interrogato. Appunti sulla maleducazione di un insegnante volenteroso.

Per “I Classici Feltrinelli” ha introdotto, tra gli altri, Cuore di De Amicis (1993), Ultime lettere di Jacopo Ortis di Foscolo (1994) e Lord Jim di Conrad (2002). È stato redattore delle pagine culturali del “Manifesto”. Dai suoi libri sono stati tratti i film La Scuola di Daniele Luchetti, Auguri, Professore di Riccardo Milani e Denti di Gabriele Salvatores. Nel 2001 ha vinto il Premio Strega con il romanzo Via Gemito (Premio Speciale Il Molinello 2001; Premio Napoli 2001; Premio Zerilli-Marimò 2001; Premio Nazionale Corrado Alvaro 2001; Premio Selezione Campiello 2001). Tra gli altri suoi successi ricordiamo Lacci (Einaudi 2014, The Bridge Book Award), Scherzetto (Einaudi 2016, Premio Isola d’Elba) e Confidenza (Einaudi 2019).

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scrittori italiani di viaggio. Volume 2: 1861-2000 / a cura e con un saggio introduttivo di Luca Clerici. – Milano, A. Mondadori, 2013

vol. I – 1700 -1861

L’antologia raccoglie una scelta di resoconti di viaggi, realmente e personalmente compiuti dagli autori in Italia e nel mondo, dal 1700 al 2000: testi non solo letterari, perché a scrivere di viaggio sono stati certo grandi scrittori, ma anche scienziati, medici, religiosi, diplomatici, politici, militari, avventurieri e spie, giornalisti, e persino personaggi semplici, autori di ricordi sorprendenti nella loro fascinosa ingenuità. Il cappello introduttivo di ciascun brano ne presenta l’autore, inserendo il testo nella sua tradizione specifica e fornendo indicazioni su altre opere e altri viaggiatori nel medesimo luogo. Luca Clerici, che è accreditato come il massimo studioso italiano del genere, firma un’introduzione che non si limita a offrire un inquadramento storico, letterario e culturale, ma traccia la storia della civiltà del viaggio in Italia, descrive la società dei viaggiatori, ne analizza le motivazioni e ragiona sia sulla specificità del genere letterario, sia sulla sua parentela con il romanzo. Nel primo volume, 58 resoconti di viaggio attribuibili a diverse tipologie: dal diario di bordo alla relazione scientifica o diplomatica o ufficiale, alla guida, al pellegrinaggio, alla passeggiata, al diario di viaggio, al resoconto di ascensioni alpinistiche.

 vol. II –  1861 -2000

Nel secondo volume, che raccoglie 72 testimonianze, hanno un ruolo importante grandi scrittori: di Corrado Alvaro e Giovanni Comisso, Guido Gozzano e Alberto Moravia, e poi di Marinetti, Bontempelli, Anna Maria Ortese e tanti altri sono individuati testi esemplari o dimenticati, né mancano gli inediti, come nel caso dello scritto di Gina Lagorio.

 Luca Clerici (1958) insegna Letteratura italiana contemporanea all’Università degli Studi di Milano. Ha dedicato i suoi studi sia ad autori di primo piano sia a scrittori popolari della letteratura italiana. Si occupa anche di storia e critica dell’editoria. Fra gli ultimi libri, Il romanzo italiano del Settecento (1997) e Il viaggiatore meravigliato (1999), antologia di viaggiatori italiani in Italia dal 1714 al 1996.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’appalto / Sergio Grea. – Milano, Piemme, 2012

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Dave Stirling ha bisogno di ricominciare. Come per New York, la sua città, l’11 settembre è una ferita ancora aperta, perché quel giorno ha perso il suo studio ma soprattutto il suo socio e migliore amico. Avvocato di diritto internazionale ridotto sul lastrico dall’assicurazione che non si decide a risarcirlo, non ha davvero più nulla da rischiare. Per questo, quando Vladimir Kroshenko, uno dei più potenti uomini d’affari della nuova Russia, richiede la sua consulenza per una trattativa delicata e complessa, non può che accettare. Il magnate vuole assicurarsi la costruzione di alcune dighe sulla parte uzbeka del lago Aral; un progetto parte della grande operazione di recupero ecologico in un’area compromessa da decenni di politica economica spregiudicata. Il concorrente da battere è una società francese che si serve di una giovane negoziatrice con fama di essere infallibile, Edith Beauvart. Ma non è quella donna dal fascino algido l’ostacolo più arduo. In Uzbekistan, dove il gelo mozza il respiro, quel paesaggio arido e ostile sembra presagio di un affare ben più complicato, in cui entrano in gioco attori imprevisti e pericolosi. E Stirling inizia a sospettare che dietro le motivazioni ambientaliste si nascondano interessi decisamente meno nobili. Perché quel territorio, per ragioni diverse, fa gola a molti. E nessuno è disposto a stare a guardare.

Sergio Grea, nato a Genova nel 1935, è stato per molto tempo un manager di altissimo livello nel settore petrolifero, incarico che lo ha portato a viaggiare in tutto il mondo. Vive a Milano, ha moglie e due figli. Ha vissuto nel Corno d’Africa e conosce bene l’Uzbekistan e più in generale l’Asia centrale. Dalle sue esperienze ha tratto ispirazione per i suoi romanzi. Ha pubblicato molti libri tra i quali: Saigon, addio (Sperling & Kupfer 2005), Nel tempo di Petra (Marna 2009), I signori della sete (Piemme, 2009), Un uomo ricco (Marna 2011) e L’appalto (Piemme 2012).

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il principe vampiro. Sogno nero / Christine Feehan. – Milano, Newton Compton, 2013

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«Dopo Bram Stoker e Anne Rice, è Christine Feehan la nuova regina dei vampiri.» – Time

Dalla nuova regina del fantasy, un’avventura feroce e sensuale nell’oscuro mondo dei carpaziani

«Aristocratico, romantico e con un castello nei Carpazi: dopo i teenager americani, tra i vampiri tira il vento della restaurazione.» – Corriere della Sera

La regina del fantasy romantico Oltre 1 milione di copie vendute nel mondo

Falcon, un antico guerriero, ha lasciato da millenni la propria terra, per condurre la vita solitaria e piena di sofferenza del cacciatore di vampiri. Ormai, però, la bestia che vive in lui ha iniziato a risvegliarsi, a prendere il sopravvento e a Falcon non resta che tornare nella patria abbandonata tanti anni prima e darsi morte volontaria, prima di trasformarsi a sua volta in un vampiro. Proprio mentre è in cammino, incontra Sara, una donna forte e generosa, la cui famiglia è stata sterminata da un vampiro antico, una creatura potente e malvagia che da quel giorno non ha mai smesso di darle la caccia. Nell’attimo stesso in cui Sara incontra Falcon fra i due si scatena una potente energia: un’attrazione profonda, invincibile, e allo stesso tempo un senso di familiarità, di amore, che lascia entrambi storditi. Il mondo grigio in cui Falcon si era ormai rassegnato a morire si trasforma all’improvviso in qualcosa di nuovo, in qualcosa che solo una compagna per la vita può avere il potere di donargli. Quando però Sara lo vede bere il sangue di un teppista che lo ha assalito, e trasformarsi in una creatura troppo simile al vampiro che la caccia da quindici anni, fugge spaventata. Ma al proprio destino, e all’amore, non si può sfuggire.

Christine Feehan ha all’attivo oltre 40 romanzi, ha vinto numerosi premi ed è stata più volte ai vertici delle classi­fiche di vendita degli Stati Uniti. Con la saga Il principe vampiro ha ottenuto uno straordinario successo. Il suo sito è www.christinefeehan.com

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il principe vampiro. La metamorfosi / Christine Feehan. – Milano, Newton Compton, 2012

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Per mesi in testa alle classifiche americane

«Aristocratico, romantico e con un castello nei Carpazi: dopo i teenager americani, tra i vampiri tira il vento della restaurazione» – Corriere della Sera

«Sesso e vampiri (vietato ai minori)» – Vanity Fair

«La regina incontrastata del fantasy romantico» – Publishers Weekly

«Intensa, sensuale, ipnotica.» – Library Journal

«Dopo Bram Stoker e Anne Rice, è Christine Feehan la nuova regina dei vampiri» – Time

«Una scrittrice formidabile» – Romantic Times

Gregori, il più abile dei guaritori carpaziani, ha chiesto a Julian Savage di salvare la bellissima cantante Desari, vittima di una società segreta di umani che mira a sterminare le creature della notte. Ma quando Julian sente per la prima volta la voce melodiosa dell’affascinante Desari, ne rimane incantato e non può fare altro che legarla a sé. Perché lui sa che quella ragazza è la sua anima gemella. Julian lotterà con tutte le forze – mettendo a repentaglio la sua stessa vita – per riuscire a proteggerla, anche contro la volontà della stessa Desari. Sente che è così che deve andare, ne è talmente sicuro che quel pensiero lo sta portando rapidamente alla follia.  Riuscirà a sconfiggere i nemici che minacciano la sua amata e ad allontanare tutte le ombre che incombono sul loro futuro?

Christine Feehan ha all’attivo oltre 40 romanzi, ha vinto numerosi premi ed è stata più volte ai vertici delle classi­fiche di vendita degli Stati Uniti. Con la saga Il principe vampiro ha ottenuto uno straordinario successo. Il suo sito è www.christinefeehan.com

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il principe vampiro. Desiderio / Christine Feehan. – Milano, Newton Compton, 2011

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Il secondo capitolo della saga che ha rivoluzionato il fantasy. Oltre un milione di copie vendute nel mondo

«Aristocratico, romantico e con un castello nei Carpazi: dopo i teenagers americani, tra i vampiri tira il vento della restaurazione» – Corriere della Sera

«Sesso e vampiri (vietato ai minori)» – Vanity Fair

«Dopo Bram Stoker, Anne Rice e Joss Whedon (il creatore di Buffy l’ammazzavampiri), l’unica autrice su cui valga la pena scommettere è Christine Feehan» – Time

«La regina incontrastata del fantasy romantico» – Publishers Weekly

In fuga sulle remote montagne dei Carpazi, inseguita da due feroci individui che le danno la caccia, la dottoressa Shea O’Halloran si imbatte in una grotta segreta. All’interno giace un uomo ferito, consumato dalla rabbia e dalla disperazione. La sua anima trema: Shea è convinta di averlo già visto in sogno, torturato e bruciato vivo. È certa che le abbia parlato di un tormento infi nito, di una fame insaziabile, di oscuri desideri. Ma se non fosse stato un sogno? Se Shea non fosse chi ha sempre creduto di essere? Decide comunque di prendersi cura di lui e a poco a poco il cuore di Jacques, da gelido e ostile che era, si fa pieno di passione. Ma chi è davvero Jacques? Chi sono gli strani amici che improvvisamente gli compaiono accanto? Sono ancora domande a cui Shea non può rispondere, anche se presto il mondo dei carpaziani e dei loro nemici le si svelerà, mostrandole un’alternativa all’universo umano e facendo riemergere in lei ricordi di un passato rimasto per tanto tempo incomprensibile. Quel che sa con certezza è che sta scoprendo in sé poteri che non ha mai pensato di avere, ma che le permettono di capire che un grave pericolo incombe su di loro. E più di tutto sente prepotente il fascino di Jacques: la porterà alla pazzia o alla scoperta dell’unico, vero amore?

Christine Feehan ha all’attivo oltre 40 romanzi, ha vinto numerosi premi ed è stata più volte ai vertici delle classi­fiche di vendita degli Stati Uniti. Con la saga Il principe vampiro ha ottenuto uno straordinario successo. Il suo sito è www.christinefeehan.com

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il principe vampiro. L’oro nero / Christine Feehan. – Milano, Newton Compton, 2011

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Alexandria Houton sacrificherebbe tutto, anche la sua stessa vita, per proteggere suo fratello. I loro genitori non ci sono più e lei è l’unica che può prendersi cura di lui. Ma quando nelle nebbie di San Francisco il male violento e ineffabile si è materializzato per reclamare le loro anime, le forze le sono mancate e non ha potuto far altro che urlare per la disperazione e chiedere aiuto. Da quella nebbia oscura è apparso Aidan Savage, una creatura d’oro, più potente e meravigliosa di qualunque altro essere della notte. Aidan ha salvato lei e suo fratello, strappandoli a un orribile destino. Ma adesso pretende qualcosa in cambio: il suo amore. Alexandria vorrebbe cedere a questa bruciante passione, ma è assalita da mille dubbi. Aidan salverà davvero suo fratello, come ha promesso? O la farà precipitare nel temibile baratro oscuro da cui non c’è ritorno?

Christine Feehan ha all’attivo oltre 40 romanzi, ha vinto numerosi premi ed è stata più volte ai vertici delle classi­fiche di vendita degli Stati Uniti. Con la saga Il principe vampiro ha ottenuto uno straordinario successo. Il suo sito è www.christinefeehan.com

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tre secondi / Anders Roslund & Börge Hellström. – Torino, Einaudi, 2010

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Poche volte un romanzo ci aveva fatto percepire il mondo con un senso cosí straziante del pericolo, e con un desiderio cosí struggente della vita normale. E poche volte un intreccio narrativo è stato cosí ben condotto.

Piet Hoffman, nome in codice Paula, è da anni un infiltrato per conto della polizia svedese. Ma Piet è anche un uomo qualunque, che ama sua moglie e accompagna a scuola i due bambini. Per stroncare il traffico di stupefacenti di una mafia dell’Est, è costretto a entrare da criminale in un carcere di massima sicurezza. Ma qualcosa va storto. A Piet, assolutamente solo, braccato a ogni passo, sembra non essere rimasta scelta. Se vuole proteggere la sua famiglia, deve diventare criminale in tutto e per tutto. Intorno a lui si muovono Ewert Grems, vecchio commissario cocciuto di Stoccolma, poliziotti che si addestrano in America, killer senza frontiera, gangster polacchi all’assalto dell’Occidente, politici spaventati che non esitano di fronte al crimine. Il lato piú oscuro della società alza un muro impenetrabile, davanti a un uomo solo, alla sua paura.

Anders Roslund e Börge Hellström (1957-2017) sono considerati tra le voci piú importanti del crime svedese. Tradotti in venti lingue, i sei romanzi della serie incentrata sul commissario Ewert Grens hanno ricevuto premi prestigiosi come il Glasnyckeln e il Pocketpris. Tre secondi (Einaudi Stile Libero 2010) ha vinto l’ambito Swedish Academy of Crime Writers’ Award per l’anno 2009 e The Great Readers’ Prize come miglior romanzo crime del 2010. Sempre per Einaudi Stile libero sono usciti, nel 2012, Due soldati e, nel 2017, Tre minuti.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scarlett / Barbara Baraldi. – Milano, A. Mondadori, 2010

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Scarlett, una ragazza di sedici anni originaria di Cremona che deve il suo nome alla bisnonna inglese, si trasferisce con la famiglia a Siena a causa di impegni lavorativi del padre. Si iscrive al liceo San Carlo, prestigioso istituto che sorge sulle rovine di un antico monastero. Il primo giorno di scuola ha un diverbio con Lavinia, una ragazza ricca e capricciosa che la prende di mira. In seguito fa amicizia con Umberto, e poi con Caterina e Genziana, che diventano le sue migliori amiche. Scarlett è appassionata di letteratura, così elegge la fornitissima biblioteca della scuola come suo rifugio dalle insicurezze generate dal nuovo ambiente. Il bibliotecario, Edoardo, è un tipo bizzarro e diventa uno dei suoi migliori amici. Al tradizionale concerto di inizio anno conosce Mikael, il bassista della band più in vista della scuola, i Dead Stones. Tra i due scatta ben presto un’attrazione speciale, anche se Mikael sembra attratto, ma allo stesso tempo respinto da lei. Un giorno Scarlett dimentica a casa la borsa di educazione fisica, così si reca in biblioteca per passare le due ore di ginnastica. Scopre che Edoardo è stato ucciso la mattina stessa. In seguito, subisce un’aggressione da una creatura soprannaturale dagli occhi fiammeggianti. A salvarla è un’altra creatura, un ragazzo dagli occhi del colore del ghiaccio, in grado di spiegare ali di pipistrello, che si rivela essere Mikael. Scarlett si trova al centro di una lotta tra demoni e mezzi demoni per il possesso del Libro dei sigilli, un testo in grado di sovvertire l’ordine tra il mondo degli umani e quello dei demoni. Mikael è in realtà un Guardiano, un mezzo demone il cui scopo è cacciare i demoni dal regno degli umani. Nel finale, Mikael e Scarlett devono combattere contro un antico demone, Darkroven, che si rivela essere Livio, un compagno di classe di Scarlett e colui che ha ucciso Edoardo. Ad aiutarli ci sono Vincent, mezzo demone della Vendetta dalla forza sovrumana e Ofelia, la sua fidanzata, una ragazza dal look gotico in grado di trasformarsi in una pantera nera (Wikipedia).

Barbara Baraldi è autrice di thriller e sceneggiature di fumetti. Pubblica per Giunti editore la serie “Aurora Scalviati, profiler del buio” di cui fanno parte i romanzi Aurora nel buio (2017), Osservatore oscuro (2018) e L’ultima notte di Aurora (2019). Nel corso della sua carriera ha pubblicato romanzi per Mondadori, Castelvecchi, Einaudi e un ciclo di guide ai misteri della città di Bologna per Newton & Compton. Tra il 2014 e il 2015 ha collaborato con la Walt Disney Company come consulente creativa. Dal 2012 scrive per la serie “Dylan Dog” di Sergio Bonelli Editore.
È vincitrice di vari premi letterari, tra cui il Gran Giallo città di Cattolica e il Nebbia Gialla. È trai protagonisti di Italian noir, documentario sul thriller italiano prodotto dalla Bbc. I suoi libri sono accolti con favore dalla critica e dal pubblico e sono pubblicati in vari paesi, tra cui Germania, Inghilterra e Stati Uniti. Dal 2010 tiene lezioni e corsi di scrittura creativa per adulti e ragazzi in collaborazione con le scuole secondarie di primo e secondo grado.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La mia peggiore amica / Jemma Forte. – Roma, Newton Compton, 2009

Francesca ha un unico grande sogno: fare l’attrice. Peccato però che dopo centinaia e centinaia di provini riesca a ottenere solo piccole parti da “casalinga esaltata” in ridicoli spot pubblicitari. Quando il fidanzato la lascia senza una ragione e l’agenzia per cui lavora la licenza su due piedi, tutto il suo mondo sembra andare in frantumi, ma poi arriva una telefonata a cambiarle la vita: Caroline Manson, la stella del cinema, la vuole come assistente. Trasferirsi a Hollywood e pensare che tutti i guai siano finiti è un attimo: lo stipendio è altissimo, i contatti sono esaltanti, tutti la ammirano e si fa avanti persino un affascinante corteggiatore… Ma anche nella terra dei sogni, niente è come sembra: i nuovi amici si rivelano delle malelingue false e ipocrite, la capricciosa Caroline fa di tutto per renderle la vita impossibile, il nuovo amore non sembra capace di starle dietro. Francesca è ancora una volta sull’orlo di una crisi di nervi. Eppure, la fortuna è di nuovo pronta a girare e il destino ha in serbo grandi cose per lei.

Jemma Forte ha lavorato per diversi anni nel mondo della televisione, collaborando con Disney Channel, BBC e Channel 4. Per un breve periodo è stata personal assistant di una famosa attrice. La mia peggiore amica è il suo primo romanzo.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una cosa da nulla / Mark Haddon. – Milano, Mondolibri, 2006 [sulla edizione Einaudi 2006]

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Dopo il successo internazionale dello Strano caso del cane ucciso a mezzanotte, Mark Haddon ritorna con la storia di una famiglia comune che fa di tutto per rendersi unica, e conferma il suo eccezionale talento nel raccontare i risvolti tragicomici della nostra vita.

 George Hall è un uomo riservato, prudente, non troppo cordiale. Parlare in pubblico dei propri problemi, secondo George, è un piacere sopravvalutato. La moglie, Jean, lo tradisce con un suo ex collega, ma George non lo sa, e preferirebbe non venirlo mai a sapere. Il figlio, Jamie, è gay (con grande imbarazzo dei genitori) e la figlia, Katie, è separata e ha un bambino di tre anni. Da sei mesi vive con Ray, un uomo buono, ingenuo, generoso, affidabile, che Katie però non è sicura di amare. George pensa che Ray non sia l’uomo giusto per la figlia, ma non affronta volentieri l’argomento. La famiglia Hall è una famiglia normale, normalmente infelice e insoddisfatta. George crede di difendere proprio questa normalità quando pensa che nella maggior parte dei casi sia meglio ignorare i problemi e far finta di nulla. Ma ci sono cose che è impossibile ignorare. Una strana macchia sulla pelle, per esempio, che potrebbe essere un cancro. E l’angoscia che lo afferra alla gola, la paura di morire, o la semplice prospettiva del matrimonio di Katie e Ray. Cosí George perde la testa, ma a modo suo, cercando di non disturbare. E la normalità si capovolge, illuminata dallo sguardo caldo e straniante che i lettori di Haddon conoscono bene.

Mark Haddon è nato nel 1962. Vive a Oxford. Einaudi ha pubblicato i romanzi Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte (2003), Una cosa da nulla (2006), Boom! (2009 e 2011) e La casa rossa (2012), l’antologia di racconti I ragazzi che se ne andarono di casa in cerca della paura (217), nonché la raccolta di poesie Il cavallo parlante e la ragazza triste e il villaggio sotto il mare (2005).

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le cose non dette / Helen Dunmore. – Milano, Marco Tropea, 2005

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Due sorelle la cui infanzia è stata segnata dalla morte improvvisa del fratellino si sono costruite due esistenze del tutto diverse. Sensuale e disinibita, Nina è una fotografa freelance che vive a Londra, mentre l’affascinante Isabel si è sposata e abita in campagna. Legate da un sentimento viscerale e inespresso di odio e amore, le due donne sanno troppo l’una dell’altra. Quando Isabel dà alla luce il primo figlio, Nina la raggiunge per aiutarla a prendersi cura del piccolo Anthony. Qui paure, rancori, sensi di colpa e ricordi sepolti da anni riaffiorano con la loro carica distruttiva, accentuati dalla terribile somiglianza fra il neonato e il fratello morto venticinque anni prima.

Helen Dunmore (Beverley, 12 dicembre 1952 – Bristol, 5 giugno 2017) è stata una scrittrice e poetessa inglese. Per Zennor in Darkness ha vinto nel 1994 il McKitterick Prize della Società degli Autori (inglese: Society of Authors) e per A Spell of Winter l’Orange Prize nel 1996.

 


Ultimo aggiornamento della pagina: 01/07/2020