10 agosto: si commemora San Lorenzo, santo patrono dei Bibliotecari

Oggi la Chiesa cattolica commemora, tra gli altri, San Lorenzo, diacono e martire eletto a patrono dei Bibliotecari. San Lorenzo nacque in Spagna nella prima metà del III secolo. Papa Sisto II gli affidò il compito di arcidiacono. Fu responsabile delle attività caritative nella diocesi di Roma. Il suo cammino fu scosso in gioventù dal dramma della persecuzione. Nel 258 d.C. fu emanato l’editto dell’imperatore Valeriano che prevedeva che tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi dovessero essere messi a morte. San Lorenzo, altri diaconi e Papa Sisto II furono catturati. Il Pontefice venne ucciso il 6 agosto mentre San Lorenzo verrà martirizzato il 10 agosto. Secondo un’antica “passione”, raccolta da Sant’Ambrogio, San Lorenzo fu bruciato su una graticola.

Dopo la morte, il corpo di San Lorenzo fu deposto in una tomba sulla via Tiburtina. In questo luogo, l’imperatore Costantino fece erigere una basilica, restaurata nel XX secolo dopo i danni provocati, durante la Seconda Guerra mondiale, dal bombardamento americano su Roma del 19 luglio 1943. Nel luogo del martirio è stata costruita la chiesa di San Lorenzo in Panisperna.

Riproponiamo di seguito due vecchi articoli dedicati a San Lorenzo come patrono dei bibliotecari.

 

Bibliotecari: a che santo votarsi?

«La professione del bibliotecario, che a molti pare monotona e, diciamolo pure, un po’ noiosa, offre invece la sua quotidiana dose di emozioni sotto forma di domande (quasi) impossibili, di intrighi (bibliografici) e di situazioni estreme (bibliograficamente parlando, si intende).
Cosa dobbiamo fare, noi poveri bibliotecari, per soddisfare l’utente che cerca assolutamente quel libro fondamentale, di cui però non ricorda l’autore, né il titolo, né l’editore? A chi possiamo chiedere aiuto quando dobbiamo catalogare un periodico scritto in caratteri cirillici e che non presenta alcun elemento per noi riconoscibile (neanche l’ISSN)? Chi invocare quando ci coglie lo sconforto consultando cataloghi in cui sono soggettate le opere di narrativa o in cui troviamo il bizzarro soggetto «Artisti – Morte – Lombardia»?

Se la nostra competenza biblioteconomica non riesce ad avere la meglio sui vari problemi che ogni giorno ci si presentano, l’ultima speranza è invocare l’aiuto del soprannaturale. Per non scomodare il Padreterno e i suoi più diretti congiunti, possiamo rivolgerci a quei santi che sono stati incaricati, dalla tradizione popolare, di proteggere le biblioteche e i bibliotecari. Quelli più idonei a vegliare sulla nostra professione sembra che siano S. Girolamo e S. Lorenzo.
S. Girolamo, che si festeggia il 30 settembre, probabilmente originario di Aquileia, fu inviato da adolescente a perfezionare la sua educazione a Roma, presso i migliori grammatici e retori, dove formò una ricca collezione di libri. Sembra poi che abbia costituito un’importante biblioteca, arricchita da molti libri che lui stesso si incaricò di copiare, traducendoli dall’ebraico e dal greco. La tradizione iconografica lo rappresenta spesso in uno studio, circondato dai suoi libri, a dimostrazione chiara del suo legame con essi.

Lorenzo (notoriamente celebrato il 10 agosto) è invece famoso per aver distribuito i beni del clero ai bisognosi, nella convinzione che i poveri stessi sono la vera ricchezza della Chiesa. Fu messo a morte su una graticola arroventata, ed è evidentemente per questo invocato anche contro gli incendi e le scottature (nonché a protezione dei rosticceri…). È considerato il patrono degli archivisti e dei bibliotecari, probabilmente per lo spirito documentario con cui raccolse ed elaborò documenti relativi ai protocristiani. In alcuni testi si dice che a difesa dei bibliotecari si schieri anche S. Caterina d’Alessandria, in quanto è spesso rappresentata con in mano un libro, segno incontrovertibile del sapere, per il quale era già salita al rango di protettrice di studenti e filosofi!

[…] Rimane […] il rammarico, a conclusione di questo breve viaggio agiografico, di non essere riuscito a trovare il protettore degli utenti delle biblioteche, che sono quindi talvolta costretti a votarsi a un santo – seppure illustre – incompetente in materia…».

 

Chi è il patrono dei bibliotecari?

«Chi sa che cosa sarebbe successo se nell’ltalia del 1941 ci fosse già stata la televisione e se alla fine del Tg della notte ci fosse già stata l’abitudine di leggere e commentare a beneficio dei teleutenti i titoli dei giornali del mattino seguente. Dico questo perché il 13 luglio 1947 ben due quotidiani avevano un titolo di interesse per i bibliotecari. L”‘Osservatore romano” dedicava un’intera colonna ad un articolo dal titolo Il patrono divino dei bibliotecari, mentre la “Gazzetta del popolo” titolava così: I librai chiedono il patronato della SS. Annunziata. Forse ci sarebbe potuta scappare anche la telefonata in diretta del presidente dell’Aib, il quale avrebbe protestato per il fatto che la “Gazzetta” nel titolo non aveva citato i bibliotecari. discriminandoli a vantaggio dei librai. Se poi il conduttore di turno dell’edicola televisiva avesse anche letto alcuni passi degli articoli, il nostro presidente avrebbe avuto ottimi motivi per infastidirsi.

Prescindendo da queste ipotesi, se proviamo a leggere i due ritagli di giornale scopriamo che, pur avendo i librai fiorentini già un protettore in San Bernardo fin dal 1673, mancava un patrono a livello nazionale e per… l’intero comparto biblioteche, archivi, librerie. La proposta mirava ad individuare come possibile protettrice degli operatori dei settore la SS. Annunziata. Ciò perché nell’iconografia rinascimentale del mistero dell’Annunciazione figura quasi sempre un libro: che si tratti di un rotolo, di un piccolo libro o di un grande corale, chi sa perché ma la Madonna ha quasi sempre vicino a sé un libro.

Per questo motivo la rivista “Vita universitaria”, dalla quale i due quotidiani riprendevano la notizia, proponeva l’Annunziata come patrona celeste dei bibliotecari, degli archivisti e dei librai. L”‘Osservatore romano”, però, faceva qualche obiezione. E, trattandosi di un quotidiano autorevole in relazione alla questione sollevata, le perplessità avanzate dal giornale del Vaticano possono essere lette come l’annuncio (o l’annunciazione?) di una bocciatura della proposta. In primo luogo si riteneva che l’Annunciazione avesse a che fare, diciamo così, più con la comunicazione orale che con quella scritta (l’angelo parla e non scrive; e poi, Verbum caro factum est, ricordate?). Ma, ed ecco il vero colpo di scena, il rifiuto è motivato dal fatto che bibliotecari e archivisti un santo patrono l’avevano già: si trattava di San Lorenzo, protodiacono e archivista apostolico, anch’egli raffigurato sempre con un libro in una mano (e la graticola per il martirio nell’altra). Non vorremmo fare facile ironia su cose serie, né essere accusati di vilipendio della religione: però c’era da aspettarselo che ci sarebbe toccato un martire».

 

MARKER, Chi è il patrono dei bibliotecari? «Biblioteche Oggi», n. 3 (1996), p. 72

PONZANI, Vittorio. Bibliotecari: a che santo votarsi? «AIB Notizie», 12 (2000), n. 7, p. 9.